19 gennaio, 2006

 

San Giavazzi. Più taxi e meno corporazioni, altro che Grandi Opere

San Giavazzi, meno male che ci sei tu a scrivere certe cose davvero liberali, sul Corriere. Se no, né la Sinistra, né la Destra (con tanto di Presidente del Consiglio che si è definito "liberale" a Porta a Porta) ne parlerebbero mai. Dunque, basta con le Grandi Opere Elettorali, fumo negli occhi per non parlare delle tante piccole cose della vita quotidiana che non vanno. Il "Ponte", la "Superstrada", la "Ferrovia super-veloce" ecc. Certo, anche le opere faraoniche andrebbero bene, ma dopo che le tante altre cose più piccole, meno costose e più importanti per la vita quotidiana dei cittadini saranno state fatte. Inutile ridurre di un’ora i tempi del treno Milano-Roma se poi si deve aspettare per un’ora il taxi. Perché non liberalizzare le licenze? E non è più sensato, prima, pulire i treni? Ma la pulizia è affidata alle solite coop di ex-dipendenti, che guarda caso vincono sempre le gare… Liberalizziamo. Avete mai visto un filippino guidare un taxi? Avete mai visto un russo vendere i giornali all’angolo delle strade o in un chiosco? Ed è intelligente far scorazzare tutte le auto, compresi i "fuoristrada da deserto", nel centro delle città, dove lo spazio e la pulizia dell’aria sono beni preziosi e limitati? Si mettano varchi col telepass, come a Londra. E il ricavato lo si usi per migliorare i mezzi pubblici. Ma i commercianti italiani - unici al mondo - temono di perdere i loro privilegi, la loro rendita di posizione, se il cliente non parcheggia sul marciapiedi. L’edicolante ha paura di non vendere, se la signora non si ferma sulle strisce per chiedere la rivista.
Ecco il problema vero: il corporativismo, sottospecie patologica, corporativismo all’italiana, tutelato per paura elettorale dai Governi di Destra e di Sinistra. Tutto in Italia è pensato e fatto non per il cittadino utente e consumatore, ma nell’interesse delle categorie protette, cioè di pochi privilegiati che sono contro la libera concorrenza e il mercato, quindi contro il liberalismo economico: tassisti, avvocati, cooperative, farmacisti, edicolanti, notai, editori di giornali, giornalisti ecc. Altro che tifo stupido da football tra una Destra e una Sinistra più o meno uguali e illiberali: voteremo chi ci assicura di risolvere questi problemi. San Giavazzi, aiutaci tu. Ma concedi ai tuoi "fedeli" una domanda ingenua: credi davvero che Prodi rinuncerebbe alle Grandi Opere "che danno voti" (secondo i politici), per dedicarsi alle mille piccole cose che interessano il cittadino e il funzionamento dell'economia liberale in Italia? Noi non lo crediamo. Tu sì? Be', qualche volta anche i santi si sbagliano, San Giavazzi.

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