27 gennaio, 2006

 

Liberali ed ebrei nel giorno della Memoria (e del Salon Voltaire). Vite parallele

Il Giorno della Memoria è giornata di grandi esercizi. E poi, nel nostro piccolo, è anche il giorno in cui nacque, due anni fa, la Newsletter del Salon Voltaire. Ma spegniamo la tv per non ascoltare la retorica ipocrita dei nemici degli ebrei divenuti per un giorno finti amici. Di fronte al male, tanto più se grande, l’uomo tende istintivamente a dimenticare. E a giustificare. E’ una forma di auto-difesa psicologica. Così molti hanno fatto per decenni in Europa, cercando di rimuovere il ricordo della più vasta e crudele delle persecuzioni: quella del popolo ebraico da parte del nazismo. Peccato che si colorasse di uno strano giustificazionismo.
"L’olocausto? Un fatto loro", dicono alcuni europei. "Se pure c’è stato", rincarano gli islamici e qualche patetico revisionista. "Se la sono cercata: sono separati dagli altri". "La persecuzione degli ebrei? Io non l’approvo, ma un po’ di colpa ce l’hanno anche loro". "Fanno sempre le vittime: sono bravissimi in questo". Gente della strada, e della più squallida. Ma sempre meno, per fortuna.
Stupidi e infondati pensieri del genere, offensivi per qualunque liberale, che pure è abituato a tollerare le idee più balzane, sono diffusi tra minoranze di gente comune, specialmente la più ignorante e anziana (vedi il sondaggio di Mannheimer sull’antisemitismo). A questi stereotipi razzisti di destra e di sinistra, e all’antico anti-giudaismo cristiano, si aggiunge l’antisemitismo politico di frange molto ampie della sinistra, che mettono sul piatto per buon peso le "ragioni" dei palestinesi contro presunti "errori" di Israele, entrambi storicamente falsi, come false e ridicole sono certe fantasiose ricostruzioni della storia e della geografia di quella regione.
Ma negli ultimi anni, complice l'islamismo, siamo ritornati all’antisemitismo sfrontato. Ed è ora di dire "basta". Siamo stati troppo tolleranti con le idee balorde degli stupidi e dei fanatici. D’ora in poi bisogna combattere anche con la psicologia e l’arte della comunicazione le falsità su Internet, le leggende metropolitane diffuse negli uffici e nelle scuole, passando di bocca in bocca. E anche certi subdoli articoli di giornale che spaccano il capello in quattro per dimostrare che "non è antisemitismo, ma opposizione a Israele". Vecchio trucco.
Tanto importante per noi è questo tema – scrivevamo nel primo numero del Salon Voltaire (27 gennaio 2004) – che la newsletter liberale nasceva proprio nel Giorno della Memoria. Per testimoniare che con l’uso della ragione, dello spirito di libertà e della satira le donne e gli uomini di oggi negano all’origine non solo l’antisemitismo, ma anche il fondamentalismo religioso d’ogni tipo, il fanatismo, l’estremismo e il terrorismo.
Per questo serve una "ginnastica morale" e mentale che molti di noi, ormai incapaci di capire e di indignarsi perché diventati sedentari dell’ethos e del logos, non praticano più da decenni. Perché è provato che l’uso dell’intelligenza critica favorisce le scelte e l’impegno morale, contrariamente a quello che vorrebbe dare ad intendere una certa retorica da sacrestia del genere "Frate Indovino", in cui il "buon contadino grullo ma onesto" con la sua "santa" ignoranza sarebbe un modello positivo per la Chiesa ("Beati i poveri di spirito"), in contrapposizione al miscredente intellettuale cittadino di idee liberali, se non libertine. Nulla di più ottuso e oscurantista, naturalmente. Anche perché è proprio per la Santa ignoranza diffusa nei secoli da curie, presbiteri e preti che l’antigiudaismo prima, il razzismo poi e l’antisemitismo oggi hanno preso il sopravvento.
E anche per questo noi liberali siamo da sempre con gli ebrei: non solo perché entrambi, come minoranze, siamo stati costretti drammaticamente a vivere i medesimi problemi di libertà, utilizzando al meglio per sopravvivere l’intelligenza, la capacità d’adattamento e l’innovazione (da cui lo sviluppo del senso critico e la tendenza alla scienza), ma anche per l’abitudine comune a sorridere anche nel dramma più doloroso (l’amaro humour ebraico) e nella lotta più aspra (la tagliente satira liberale). Liberali ed ebrei: vite parallele.

Comments:
Grazie
 
Concordo in pieno, soprattutto su queste parole "...retorica ipocrita dei nemici degli ebrei divenuti per un giorno finti amici."
Ciao
 
Ma l'antisemitismo e le critiche alla politica estera di Isdraele non coincidono.
Saremmo anticinesi a criticare la Cina o antiamericani a criticare gli USA? O antiitaliani a criticare i nostri governi?
 
Di Rago, ti risulta che gli italiani - come popolo - siano discriminati nel mondo da millenni?
O che ci siano state persecuzioni di americani?
Naturalmente è lecito dissentire su questo o quello del governo di Israele, ma gli antisemiti nascosti sono contro "qualunque" decisione, qualunque politica, di qualunque partito israeliano.
Come quei comunisti che contestano
addirittura la nascita di Israele.
Come se lì ci fosse stato uno "Stato della Palestina".
 
ha certo ragione nico valerio, gli antisemiti sono come i nazisti, semplicemente contro gli ebrei. La storia lo ha già dimostrato.
 
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