30 gennaio, 2006

 

"Liberale chi?" E Vespa fu punto dagli europei. Elementare, Watson

Mentre i meschini politici litigano mediocremente su quanti minuti a testa si può apparire in tv, come se si potesse fare un tanto a minuto, come per le domestiche (e anzi, chi protesta di più è proprio chi ha asservito da decenni la Rai, tant’è vero che un autore o giornalista liberale non vi può lavorare), gli amici liberali discettano più elegantemente sull’aggettivo o sostantivo "liberale". Che vuol dire? Può essere attribuito al Presidente del consiglio, come ha fatto Vespa a "Porta a porta"?
Ha inviato una lettera di protesta il Presidente dei liberali europei, il britannico Graham Watson, come riportiamo in sintesi da Critica liberale: "Essere liberali non e' un qualcosa che si puo' affermare alla leggera; implica non solo l' adesione a principi filosofici e teorici, ma anche la pratica quotidiana di questi principi, nella propria vita pubblica e privata". E continua: "Non mi sembra che l'on Berlusconi abbia mai dato segno di mettere in pratica alcuno di questi principi, particolarmente nell'esercizio delle sue funzioni di Presidente del Consiglio. Anche se il Partito Liberale in Italia non esiste piu', il liberalismo e' ancora vivo e vivace, e molte sono le sue voci all' interno della societa' civile e politica; sicuramente le sara' possibile trovare un "liberale praticante" da invitare alla sua trasmissione".
Punto sul vivo, Vespa risponde: "Mi dispiace di non condividere la Sua posizione. Nell'ultima edizione (2005) dell'Enciclopedia del pensiero politico diretta Roberto Esposito e Carlo Galli alla voce 'liberalismo' sta scritto: "In tutte le sue accezioni il termine designa la centralità conferita, in politica come in morale, all'individuo, ai suoi diritti, alle sue libertà". È esattamente il programma politico-ideologico al quale si è sempre richiamato Berlusconi. Non sta a me stabilire se questo si inserisca nella linea del liberalismo europeo. Ma non credo che Lei possa giudicare scorretto che io scriva - non a caso tra virgolette - che Berlusconi si è sempre attribuito la qualifica di 'liberale'. Ma Enzo Marzo (Critica liberale) e Raffaello Morelli (Federazione dei Liberali) hanno replicato che Forza Italia fa parte del partito popolar-conservatore europeo, spesso contrapposto ai Liberali europei o all’Internazionale liberale, e poi hanno elencato vari esempi di approccio non liberale, conflitto d’interessi alle mancate liberalizzazioni, dai privilegi di corporazioni e monopoli al clericalismo.
Però, cari amici liberali, il grave deficit di liberalismo in Italia non è certo imputabile al Presidente del consiglio. E’ endemico e radicato da secoli. Pensate con realismo alle alternative possibili nel 1994 e nel 2001: così ragiona un liberale razionale e non tifoso. Secondo voi, ciò che – è vero – non ha fatto Berlusconi avrebbero fatto invece Occhetto, Prodi, Cossutta, D’Alema, Pecoraro e Bertinotti? Definirsi "liberali" è solo propaganda, non analisi politologica. Anche Fini e D’Alema, anzi, tutti i politici italiani, si sono definiti "liberali", senza esserlo, o essendolo solo in parte. Anche perché, vista, per fortuna, la pervasività e l’ampiezza del liberalismo nella società moderna dell’Occidente, chi oggi riuscirebbe, anche volendolo, a evitare la sia pur minima azione liberale? Nessuno, neanche Berlusconi.
La mancata iscrizione al Partito liberale europeo è invece l’obiezione più efficace. Però, per carità, nessun copyright stretto sulla parola, come vorrebbero, p.es., gli ordini degli psicoanalisti o dei giornalisti, che vietano titolo e professione a chi non è iscritto da loro. Né corporativismo, né protezionismo. Chiunque deve potersi definire "liberale". Salvo poi subire le giuste critiche e le conseguenze elettorali se la sua azione politica e personale non è conseguente.


Comments:
Nel Parlamento Europeo esiste un raggruppamento "liberal", lo ammetto. Ma molti, troppi liberali classici ormai non si riconoscono piu' nei partiti che vi appartengono: i liberal-democratici inglesi, per fare un esempio...
 
Non ho capito, volevi dire liberale o liberal all'americana?
Cioè sospetti che i liberali europei siano così "progressisti" e "di sinistra" da non essere più liberali?
 
Ben sappiamo che la struttura istituzionale della Repubblica Italiana è nata su un costituzionalismo liberale monco e sfregiato dal compromesso con il Pci e l'Urss. Questo è il problema: la ns società ha tutte le potenzialità che però potrebbero esprimersi al meglio solo in un modello liberale del tipo anglosassone. Per questo ci vuole una "rivoluzione liberale" e non un riformismo de sinistra(che significa solo che tutto rimane come è). Quanto all'Europa, beh..il modello continentale Franco Tedesco ha fallito e ora, per di più, ci troviamo con i Fratelli Musulmani che vogliono esercitare il loro potere in casa nostra. Eurabia, purtroppo qui la Fallaci sembra avere ragione. Altro che dispute su chi c'è l'ha più liberale....
 
Parliamoci chiaro: questo governo non è mai stato liberale: le sue leggi sono una sequela di favori alla chiesa e alle lobbies corporative. L'unica corporazione (statale, la cui natura quindi è maggiormente comprensibile) bersagliata è stata la Magistratura, e per mere finalità personalistiche. Basta vede la politica di storace in tema di interruzione della gravidanza: si blocca la sperimentazione di un farmaco che attenua le sofferenza della donna e che in altri paesi hanno già da più di dieci anni, è paradossale! Tutto il centrodestra è completamente sbilanciato verso una politica cattolico-popolare (pernon dire populista), i quattro liberali dentro forza italia fanno quello che da 5 anni hanno imparato a fare: tacciono! Smettiamola con questo grossolano equivoco di berlusconi liberale: egli tale non lo è mai stato, nè si può dire lo sia divenuto or ora, e la sua sortita a matrix contro il "trionfo del laicismo" èil suggello finale al significato della sua concezione politica. Io che sono realmente per una politica liberal-democratica che spezzi i monopoli e apporti modernità al nostro capitalismo, che sono fiero di essere laicista (termine orribile) in quanto convinto assertore della laicità dello Stato e delle istituzioni pubbliche, non posso più tollerare questo equivoco di fondo. Darò un pessimo voto contro berlusconi a naso iperturato, poi spero che, finito il centrosinistra ed estrapolato dalla politica berlusconi ed il suo partitoazienda, si faccia un serio tentativo di costituire un partito, anzi un polo autenticamente laicoe liberale. cordiali saluti e complimenti per il blog
 
Grazie Herbert Beiderbecke (a proposito, salutami il grande trombettista Bix, che deve essere tuo parente...lo so perché sono imbevuto di jazz), sono totalmente d'accordo con la tua analisi.
Mi definisco, se possibile, ancora più laicista di te (ma tra noi possiamo ancora darci del "laico", che è una bella parola, base del liberalismo, altroché).
Solo, non credo che la Sinistra, questa Sinistra italiana sia più liberale di questa Destra. E ciò che non ha fatto Berlusconi non potrà certo fare Prodi (con Pecoraro, Cossutta, Bertinotti e Agnoletto, no-global e il popolo dell'anti-modernismo).
Guarda, me la sono studiata bene e ho le prove che è addirittura un po' meno liberale... se possibile.
Quindi noi veri liberali (tanti)
avremo problemi seri per votare: o puntiamo sul singolo personaggio coraggioso (quale?) che fa la fronda a Dx o a Sn, o puntiamo sui Radicali, o ci asteniamo. Ma a noi liberali ripugna l'astensione: è la soluzione dei vigliacchi.
Basta dirti una cosa: quest'anno
ho dovuto dire di no a tre proposte di candidatura alle Politiche: due da Dx e una da Sn.
Perché cercano i liberali. Ma i loro programmi non sono liberali.

Ciao, fatti vivo. La ricevi la Newsletter? Va a 3000 opinion leader liberali d'ogni tendenza, il nucleo di quella futura rifondazione a cui pensiamo.
 
Condivido le sue considerazioni, e mi arriva la newsletter che leggo ardentemente e che ogni voltami fa riflettere e divertire. Mi rammarico al pari di lei la mia situazione politica e voglio chiarirle il motivo per cui credo voterò contro Berlusconi. Non lo faccio perchè credo che l'attuale centrosinistra sia più liberale della cdl. Al massimo l'unica componente venata di liberalismo può essere la rosa nel pugno (partito che credo voterò), ma in ogni caso, come lei ha sottolineato in entrambi gli schieramenti la presenza liberale si avverte a malapena, è dilita in tanto, troppo populismo cattolico, ultradestrorso o postcomunista. Io voterò (salvo avvenimenti che da qui al 9 aprile mi facciano cambiare idea) per mandare via berlusconi non solo perchè si è fatto portatore di una politica economica e di una concezione della giustizia e della legalità che, da appassionato di "law and economics" e da onesto cittadino che paga sempre le tasse, non posso condividere. Io voto contro berlusconi perchè credo che solo rimuovendo lui e l'equivoco di fondo sulla qualificazione della sua politica si possa un domani tornare con maggiore realismo e serenità a parlare di destra e sinistra, di liberali, socialisti, popolari e conservatori. Ritengo che la sua persona (nella sua ricaduta politica e sociale) abbia rappresentato il maggiore ostacolo al perseguimento di un quadro politico chiaro, ha confuso le acque e partendo da questa incomprensione di fondo si sono venuti costruendo schieramenti politici che nella migliore della ipotesi sembrano armate brancaleone, nella peggiore consorterie dagli affari poco puliti che mirano a coprirne altri di ancormeno puliti. Credo che un primo essenziale passo per costruire una politica liberale seria sia costituita dalla definitiva ed incontroversa emancipazione dai condoni (edilizi, fiscali od erariali che siano), leggine "mihi et meis", e manovine intrallazzatrici per entrare nell'agone politico facendo finalmente collimare l'abilità dei Cavour con la statura morale dei Ricasoli. Sarebbe un primo passo. La saluto cordialmente al suono di "Clementine of New Orleans".
P.S. mentre la prima è tratta dal meraviglioso mondo del jazz, l'altra metà del mio nickname ha un'origine genuinamente liberale...
 
D'accordo, gli amici radicali sono un'ottima via d'uscita. Anche se per la loro conformazione non sono adatti a risolvere il problema dell'Unità dei liberali.

Nel frattempo ho pubblicato l'opinione d'un amico che parla di liberali extraparlamentari: si apre il dibattito
 
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