20 gennaio, 2006

 

Cattivo esempio dall'Islam: con "Jesus Superstar" ritorna il fanatismo religioso d'Occidente.

E' un bene o un male per la "superiorità" liberale dell'Europa e dell'Occidente questa nuova moda americana di "Jesus Superstar"? Per i Romani, che la sapevano lunga e tra gli antichi erano i più laici, i fanatici erano solo i seguaci esaltati del dio Fanus, che accompagnavano i propri riti con eccessi d’ogni genere, orge e follia. D'altra parte, i fanatics ci sono ancora. Si chiamano "fans" e idolatrano in modo esagerato e maniacale i veri Divi di oggi, come cantanti, attori e sportivi, una squadra di football, un modello di auto, una marca di moto, una collezione. Ma la vera novità è che ora, come etimologia comanda, i fanatici tornano alle origini: dal rock alla religione.

Il fanatismo dell'Islam è un pericolo? Noi liberali, compresi i liberali cattolici, ce ne preoccupiamo molto. Non parlo del terrorismo, intendiamoci, ma solo di quella fede esagerata ed eccessiva che si fa notare perché contrasta con la vita d'ogni giorno, con la moderazione e la tolleranza della vita moderna (neu nimis, mai troppo, raccomandavano i filosofi antichi con un motto liberale). Ma il rischio è che ora anche negli Stati Uniti, forse per una distorta reazione uguale e contraria all’islamismo, stia dilagando una sorta di fanatismo cristiano che ha precedenti solo tra i primi fedeli del fanatico ebreo Joshua il Nazareo (cioè il "ribelle", secondo gli studi di Luigi Cascioli) nella Roma ancora pagana e, secoli dopo, negli anni più bui del Medioevo europeo.

Negli Stati Uniti, la società di massa evidentemente si presta alle ondate di entusiasmi, dal transvolatore Lindbergh al cantante Presley (v. poster, accanto a Gesù), dai figli dei fiori ai groupies. E' tale oggi l'infatuazione popolare per il personaggio Jesus, più che per Dio stesso, che la figura di Gesù ne è uscita stravolta. Sembra diventato una specie di Superman, un eroe western da figurine a colori. Con tanto di pubblicità sui cartelloni stradali, come se fosse l’attore d’un serial tv. Viene pubblicizzato addirittura un modo per tostare le fette di pane per farvi apparire una specie di "sindone": il Jesus toast. Se non è superstizione questa... Insomma, da divinità a mito terreno. E non so se le chiese evangeliche, in cui il fenomeno è più diffuso, se ne debbano gloriare. Gli stessi preti cattolici un tempo mettevano in guardia da ogni fanatismo i giovani catechisti. Ma oggi, dopo i "papa-boys" super-entusiasti fans di Wojtyla?

L’America, dove tutto e tutti, democraticamente, hanno il loro momento di gloria, a rotazione, ha decretato che "ora è di moda lo Spirito". Facili le ironie, conoscendo i giovani anglosassoni. Sembra quasi che alcuni di loro – fanatismi e mode sono sempre giovanili, il che la dice lunga - dal brutto vizio dell’alcol siano passati senza soluzione di continuità al vizio buono dello spirito.
Cambia poco: entrambi danno ebbrezza, per i Romani temulentia. Cosicché l’abstemius, chi si astiene dall’ebbrezza, sarà ateo?

E, quello che è più curioso, si va dallo spiritualismo esaperato al vitalismo terreno. Che è un po' una contraddizione. Gli stiliti, gli eremiti e i penitenti dell'Antichità, almeno, erano disinteressati alla vita, e vedevano ovunque la morte. Oggi, invece, accanto all'ostentazione della "bontà", che è anch'esso un controsenso perché è un "peccato d'orgoglio", è di moda presso certi giovani esaltati l’idea che attorno a noi esista un’entità diffusa chiamata "vita", che però - ulteriore contraddizione - viene vista come unica, ferma, eterna, immutabile: insomma morta. La Vita, anziché i miliardi di miliardi di vite, che in continuazione nascono e muoiono, come si conviene alla Natura da che mondo è mondo.

Il fanatismo cristiano, così, di fronte al più temibile fanatismo islamico, sembra più una reazione psicologica di debolezza (l'effetto copia) che di forza. Non per caso viene dopo l'attentato alle Torri di New York, che concentrò l'attenzione mondiale sulla diffusione del terrorismo dell'ala del Gran Califfato dell'Islam. Non meraviglia, quindi, che abbia preso piede soprattutto nell'Occidente più semplice, emotivo e suggestionabile, cioè la provincia profonda americana e le fasce d'età giovanili. Insomma, una reazione-non reazione, perché in fondo è la stessa cosa dell'islamismo super-devoto e intransigente. Anche se chi la scimmiotta in Europa, per ora pochissimi, dà più l'idea d'una diluizione all’acqua di rose che d'una soluzione concentrata. E per fortuna, in una società liberale che ha i suoi anticorpi, come negli Usa, non fa troppi danni. Al massimo danneggia gli individui che si lasciano suggestionare. Come quell’insegnante d’una scuola del Sud che ha avuto un sacco di grane sul lavoro per aver da un giorno all'altro sostituito Darwin e l’evoluzionismo con la "teoria della creazione", e il giovane campione di skate (la tavola acrobatica) che ha rinunciato alle gare, tutte di domenica, perché - ha detto - si è sentito "chiamato da Gesù" alle funzioni domenicali.

"Ma non è che tutto questo fanatismo religioso cristiano made in Usa potrà contagiare l’Europa?", si chiede l’intellettuale olandese Ian Buruma sul Corriere. Anche su questo - scrive - c'è una vera frattura culturale tra i due continenti: gli Stati Uniti sempre più religiosi, l’Europa sempre più laica e religiosamente scettica. Quesito, per la verità, già letto e riletto, e articolo un po' banale, come gran parte del giornalismo italiano, del resto.

Piuttosto, l’interrogativo originale che ci poniamo noi liberali, difensori dell'Occidente, è come potremo ancora parlare della tanto pubblicizzata superiorità intellettuale degli Europei, fondata sulla Ragione (della quale, contro il "politicamente corretto" sinistrese, siamo convinti), se anche l’Occidente tornerà a produrre come nel Medioevo un suo "fanatismo" cristiano, sia pure più leggero e meno invasivo di quello islamico? Con quali armi logiche, psicologiche e culturali combatteremo l’estremismo dell’Islam? Loro non se ne rendono conto, ma i politici demagoghi e populisti che fanno mostra di essere super-devoti, da Bush a Buttiglione, e ancor più i nostri falsi atei-devoti, da Ferrara a Pera, in fondo privano l’Europa e l’Occidente di un’arma formidabile contro i Paesi arabi: la forza della coerenza. Insomma, non vorremmo essere irrispettosi, ma la figurina di Jesus Christ Superstar, per colpa unicamente dei suoi inadeguati e sottoculturali "fans", anziché eccitarci e spingerci alla vittoria, come a Lepanto o a Vienna, stavolta potrebbe deprimerci e favorire la nostra sconfitta.

Comments:
perfettamente d'accordo. gli "eccessi" non hanno mai portato da nessuna parte, ma anzi han contribuito a scrivere le più brutte pagine della nostra storia. e come Liberale è nostro compito combattere l'integralismo in tutte le sue forme e con qualunque aggettivo sia accompacnato: da quello islamico, a quello cristiano, a quello laicista. xchè non esiste un "integralismo" buono e uno cattivo, a seconda di cume ci fa comodo. e non sarà facile. poi con questo clima da "guerra civile" e da "guerra fredda" di ritorno non c'è proprio da stare allegri.anche se poi, tutti si dicono liberali. ma dove? ma quando? e se il Liberali, quelli veri, uscissero dalle "catacombe"? forse sarebbe tutta un'altra storia!
HASTA LA LIBERTAD, SIEMPRE!
Galgano PALAFERRI - Torino
Unione per le Libertà
Rete dei Presidi
per l'Italia Libera(le)
www.upl.ilcannocchiale.it
upl@hotmail.it
 




<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?