20 dicembre, 2005
Restauri dei monumenti: spese pazze coi denari di tutti
Con tutto l'amore morboso che abbiamo per le Antichità e per l'arte antica, tutti questi soldi a noi sembrano davvero troppi. In tempi di crisi e di sprechi di denaro pubblico siamo - dobbiamo essere - giustamente sospettosi. E in Italia, purtroppo, a pensar male non si sbaglia mai. Non sappiamo se i funzionari, con la testa persa tra le nuvole della Storia, si lascino infinocchiare da quei furboni delle imprese edili iscitte negli Albi del restauro. O se sia il contrario. Ma dopo aver consultato amici e parenti architetti, alcuni specializzati in restauri, abbiamo scoperto che simili previsioni di spesa, tanto più per dei ruderi, sono astronomiche. Se corrispondono ai prezzari di Ministero o Soprintendenza non lo sappiamo; ma allora vuol dire che questi sono di circa tre-quattro volte superiori ai restauri normali dell’edilizia. Eppure, il cotto è cotto (fatto a mano), la malta cementizia è tale e quale, il lavoro, gli scavi e gli spostamenti di terra lo stesso. Si può concedere che per le maggiori cautele il costo salga, mettiamo del 50 o del 100 per cento, ma non certo del 300 o 400 per cento. A meno che gli operai non siano laureati al MIT di Boston e infilino tra mattone e mattone sottili lamine d’oro…