Una provocazione commerciale come un'altra. Un manichino - maschile stranamente - che porge con la mano stilizzata un fallo vibratore di gomma ad una "manichina". Il tutto in una vetrina alla moda nella Galleria Colonna, a Roma, dove passano quasi tutti i turisti, specialmente quelli italiani. Meglio chiamarli "forestieri", perché lo status di turisti bisogna pure conquistarselo. E sarà stupidità, sarà noia, sarà provincialismo un po' "prude" (ormai a scandalizzarsi sono solo i provinciali, tanto più se in missione), fatto sta che si crea una folla impressionante davanti alla vetrina del fallo. "Problema di ordine pubblico"? Sì, per certi agenti di passaggio, che non trovi mai quando le zingarelle ti derubano. Eccoli accorrere prontamente. Forse annoiati in una giornata di ordinaria amministrazione decidono che vale la pena di fermarsi a vedere che succede: dopotutto meglio intervenire qui in centro che in borgata. E' la folla che li spaventa. Scoperto che è a causa di falli di gomma e vibratori, entrano in negozio e sequestrano gli utensili sessuali. Ma sì, l'unica cosa che hanno saputo fare. A Londra, ma solo se intralciava il traffico, avrebbero gentilmente invitato la folla a circolare. Quì no, si va alla "radice" del problema. Manu militari. Ma non si sono resi conto di attentare alla libertà di espressione: censurare una scena da vetrina è esattamente come bloccare uno spettacolo teatrale. Con qualche implicazione alla libertà di commercio in più. Una piccola cosa, una sciocchezza di cronaca, d'accordo, ma il costume si vede dalle piccole cose. L'incidente ci ricorda tanto i sequestri di "materiali osceni" o "pornografici" nella Roma "in cui risiede il Papa", spiegavano con sussiego commissari, agenti, politici e giornalisti fino agli anni 60 mettendo dentro i cellulari (quelli veri) attori, registi, edicolanti, locandine teatrali e pacchi di riviste. Così, in pieno 2005, per aver "esposto in vetrina manichini in pose oscene con riproduzioni in plastica di parti anatomiche maschili e femminili ben in vista", la coreana Kim Soo Hyoune è stata denunciata per esposizione ai fini di vendita di materiale osceno. Nel negozio, molto frequentato anche dai "minorenni", gli agenti hanno sequestrato centinaia di oggetti "a luci rosse" - recita il mattinale come se fossimno a New Orleans nel 1910 - di vario genere. Un piccolo, brutto "amarcord", per dirla in romagnolo.
Ma sì, si torna ai sani vecchi tempi. Ai "valori", ai "princìpi". Quando Scalfaro giovane schiaffeggiava le belle signore scollate, e un imberbe Andreotti censurava perfino i film con Totò. Un po' in ritardo, si vede che è iniziata la ricerca delle famose "radici cristiane" della nostra Cultura. Capito? "Cultura". Chiederemo conferma a "I Quattro dell'Ave Maria": Casini, Buttiglione, Pera e Ferrara. Non l'avete visto il film? "Il bello, il brutto, il buono e il cattivo". E' una compagnia di giro, arriverà prossimamente anche nella vostra città.
# Nico Valerio 09:02