01 ottobre, 2013

 

Papa Francesco: la Chiesa torni al Vangelo, alla religione; no all’ideologia reazionaria e al Potere.

Un papa “protestante”, “relativista”, “liberale”, questo papa Francesco, card. Bergoglio? Ma no. Tra questioni teologiche e quotidiana ecclesiastica pratica di potere, i problemi della Chiesa sono contorti e ingarbugliati, anche solo per i sedimenti storici di 2000 anni (che pesano, altroché), e si fa presto a cadere in contraddizione se solo azzardi un giudizio, una previsione. Per ora, si rivela un Papa di normale buonsenso che vuole riportare la Chiesa al messaggio semplice delle origini, al Vangelo e anche alla Bibbia. Per chi crede o vuole credere, ovviamente. Già questo è rivoluzionario. Anche se, per la verità, non mancano nella storia della Chiesa papi appena eletti che si sono ripromessi o hanno annunciato in pompa magna e coram populo di voler riportare la Chiesa alle intenzioni e alle finalità delle "origini".

La Chiesa - dice in sostanza papa Francesco nell’esplosiva intervista a Civiltà Cattolica - torni a essere basata solo sulla religione (ammesso e non concesso che lo sia mai stata, obiettiamo noi), cioè si liberi dalle sovrastrutture dell’ideologia e del Potere, torni al messaggio semplice di Gesù, la smetta di volersi occupare di tutto, e lasci cadere il controllo, alle volte sadico e inquisitorio, delle coscienze. Misericordia e comprensione, diceva Gesù, non ordine, violenza e repressione. Perché intestardirsi a condannare chi abortisce, divorzia o è omosessuale, “peccati” secondari, neanche citati nel Vangelo, e invece non fondarsi sul messaggio principale, quel rivoluzionario e non violento “ama il tuo prossimo”? Messaggio – commentiamo noi – che non solo preti, frati e monache, ma anche molti Papi del passato si guardarono bene dal rispettare: pensiamo ai Papi guerrieri, a quelli che uccidevano a tradimento, a quelli che usavano la scomunica come arma letale o per fini personali.

E tutto questo può interessare chi è razionalista e non credente, anzi è sempre stato e sarà contro le religioni usate come strumento di dominio, autoritarismo e violenza? Certamente. Perché papa Francesco si indirizza a chi crede, ovviamente, ma promette di rispettare anche chi non crede. Il che è una novità quasi assoluta nella storia della Chiesa ("quasi", perché già papa Ratzinger, teologo e professore, quindi abituato agli errori degli studenti, aveva esteso il suo messaggio ai laici e non credenti). Quindi, papa Francesco si ripromette, guardando all’indietro, di far dimenticare la Chiesa dei secoli bui, che sembrava, a detta dei suoi critici, più una centrale di odio, vendetta, repressione e sadismo, che d’amore, misericordia e comprensione. Al contrario di quello che andava predicando – a dar retta ai Vangeli – quel Joshua ebreo di nascita e predicatore su cui è stato fondato il potere della Chiesa.

Sembra, insomma, che questo Papa voglia far cadere l'ideologia reazionaria e l'intromissione nella vita privata che abusivamente hanno accompagnato da molti secoli il messaggio cristiano, specialmente  cattolico.

E allora? Non si vede perché, pur restando delle proprie idee e pur dando per scontata la “psicologia demagogica” e la propensione alla rappresentazione mediatica che accomunano tutti i personaggi pubblici, un laicista non debba essere contento di questa conversione d’un Papa al buonsenso, alla normalità e alla tolleranza, virtù considerate comuni tra gli esseri liberi e razionali.

Perché questa “conversione” del Papa, per ora solo a parole (ma già si annunciano i primi fatti, cioè le prime decisioni riformatrici sulla Curia e lo IOR), conferma al suddetto laicista e ai pochi mangia-preti che in fondo hanno sempre avuto ragione. Perché è quello che i martiri della libertà e del libero pensiero hanno sempre chiesto e per cui sono morti, talvolta proprio per mano della Chiesa, delle Chiese.

Ecco perché liberali non credenti, laicisti politici e atei, senza contare i seguaci di altre religioni, si interessano così tanto a questo Papa, pur continuando a non credere al diritto della Chiesa di guidare le coscienze e di usare il Potere.

Quelli che si meravigliano della nostra meraviglia e non danno il minimo peso alle “parole” nuove del nuovo Papa, facciano questo piccolo esercizio mentale di immaginazione: pensino a che cosa sarebbe accaduto se un prete o un vescovo avesse detto, solo qualche anno o decennio fa, quello che papa Francesco ha detto anche solo nell'ìntervista a Civiltà Cattolica. Sarebbe stato come minimo sospeso "a divinis", come il domenicano Dom Franzoni soltanto pochi decenni fa. Se poi lo avesse detto secoli fa, sarebbe stato addirittura arso sul rogo come eretico. 

AGGIORNATO  IL 2 SETTEMBRE 2015


Comments:
LA CHIESA PER TORNARE A QUANTO DICE IL PAPA DOVREBBE FARE UN PASSO INDIETRO DI 1700 ANNI.
A QUANDO COSTANTINO SI INSEDIO' E OCCUPO IL POSTO DEL POTERE CIVILE, CERCANDO E RIUSCENDO AD IMPORRE, COL SANGUE IDEE NON CRISTIANE.
 
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