14 luglio, 2011
Costretti ad un’umiliante fine vita, per ordine della Chiesa, da sadici e clericali Torquemada
“...Il dovere del medico è piuttosto di impegnarsi ad alleviare la sofferenza, invece di voler prolungare il più a lungo possibile, con qualsiasi mezzo e in qualsiasi condizione, una vita che non è più pienamente umana e che va naturalmente verso il suo epilogo: …anche in questo il medico deve rispettare la vita” (papa Paolo VI).
Sarà ricordato per decenni, anche sui libri di scuola, il degrado morale e materiale a cui sta conducendo l’Italia questa Destra berlusconiana inefficiente ma furba, dedita regolarmente alla falsità, alla mistificazione e all’intrigo, incapace di governare e inesperta di tutto, ma abile solo a rubare in proprio (non si sa più quanti sono i loro politici indagati dalla Magistratura), e quindi per autodifesa bisognosa di proteggersi all’interno della stessa maggioranza col ricatto reciproco degli uni contro gli altri, e all’esterno legandosi alle corporazioni di potere, fingendosi super-clericale – loro per gran parte atei – in cerca dell’appoggio cinico della Chiesa. Che, si sa, da sempre stipula patti anche col Diavolo, se vi scorge un interesse pecuniario: vedi l’8 per mille, che una legge e un’arbitraria prassi interpretativa permettono di estorcere anche ai non cattolici. Così, dopo averne fatte di tutti i colori, svergognando l’Italia anche all’estero, ora i clericali ipocriti di Governo hanno deciso di far dimenticare a quei furbi babbioni del Vaticano le loro orge e le loro ruberie, e per rifarsi una verginità sanfedista e reazionaria agli occhi miopi e cisposi di cardinali e monsignori di Curia, come nel Medio Evo s’impossessano – per il nostro bene, s’intende – perfino del nostro corpo morente. Vogliono decidere loro, approfittando che i malati terminali paganti, sono per lo più alloggiati nelle cliniche cattoliche (attività molto lucrosa e protetta da Stato e Regioni), quando i poveretti in fine vita devono “morire” legalmente, quando i malati senza speranza devono chiudere davvero gli occhi. E contro la possibilità che i cittadini possano scrivere per tempo in un “testamento biologico” le proprie volontà di interrompere ogni inutile accanimento terapeutico, fanno una legge che condanna i malati terminali a soffrire inutilmente e senza speranza fino all’ultimo, prolungando d’autorità una vita che – sono parole di papa Pio VI, Montini – “non è più pienamente umana” (v. citazione, in alto). Al solito, più papisti del Papa, dunque, i neoconvertiti e zelanti ex-socialisti, ex-radicali, ex-atei del cosiddetto “Popolo delle Libertà” (a proposito, il nome è il più sfacciato ossimoro dei nostri tempi!). Neanche la Chiesa, dunque, è stata unanime su questo punto. E infatti gran parte dei cattolici è contraria a questa legge sadica, tant’è vero che oltre il 70% degli Italiani si è dichiarato in un’indagine demoscopica favorevole all’eutanasia, in casi estremi. Ma un articolo di fondo di Francesco D'Agostino sul quotidiano dei vescovi, l’Avvenire, smentisce che si tratti di fanatismo cattolico, e si attacca nientemeno a… Ippocrate:
“Smettiamola di invocare, a proposito della legge sulle Dat, il principio supremo di laicità dello Stato (sul quale concordano tutti, anche e in primo luogo i cattolici). Abbiamo ripetuto infinite volte – senza tema di essere smentiti – che questa legge è ispirata non alla dottrina 'cattolica', ma ai principi della medicina ippocratica (risalenti al quarto secolo avanti Cristo), tra i quali è prioritario quello del rispetto per la vita. La medicina ippocratica non impone la difesa della vita «a ogni costo» e non ne fa un principio dogmatico, ottuso e indiscutibile: è perfettamente coerente con i suoi principi la rinuncia all’accanimento terapeutico, anche quando da tale rinuncia potesse conseguire un’accelerazione del processo del morire. Ciò che non è coerente con la medicina ippocratica è l’eutanasia. Che tra coloro che criticano la legge sulle Dat ci siano in prima fila, e con particolare virulenza, espliciti fautori della 'dolce morte' dovrebbe dare molto a pensare a quale sia l’autentico portato bioetico di questa legge”.
Ma con noi, che in quanto “naturisti” siamo tra i pochi ippocratici in Italia, i furbi esponenti della CEI cascano male. Del padre della medicina oggi si prende il principio di curare in modo dolce e naturale, p.es. con gli alimenti, non le idee filosofiche estranee alle terapie, come quelle sulla fine della vita, che risentono pesantemente di tempi arcaici in cui la morte e la dignità dell’uomo avevano un valore molto diverso da oggi. Altrimenti, dovremmo legittimare la schiavitù, visto che il grande giurista Cicerone riteneva lecito e naturale avere degli schiavi. Ad ogni modo, il provvedimento è stato definito “osceno” dai pochissimi liberali rimasti nella Destra, attenti alla dignità dei tempi moderni, non del IV sec. a.C. “E’ una legge ingiusta e sbagliata, che toglie solo libertà, e nulla aggiunge. Se ci sarà un referendum abrogativo lo voterò”, ha detto il ministro Galan, che di origine non è un socialista o un democristiano, ma un liberale. E la Sinistra? Nonostante le analoghe gravi responsabilità dei passati Governi di Sinistra – non dimentichiamo Prodi – ricattati anch’essi da una minoranza clericale, stavolta perfino i cattolici del PD pare che abbiano votato contro alla Camera, “per quanto male è fatta – hanno detto – questa legge”. Resta, ad ogni modo, che questo progetto di legge configura un’appropriazione indebita e vergognosa della nostra libertà. Ne trattano qui di seguito un breve commento di Mario Staderini su Notizie Radicali, un articolo di Maria Mantello su MicroMega e l’intervista al ministro Galan sulla Repubblica.
NICO VALERIO
BIOTESTAMENTO. CI RUBANO ANCHE LA MORTE. SONO MODERNI AGUZZINI
Con la legge 40 hanno rubato la vita e la liberta di ricerca scientifica, con la legge Calabrò ci rubano anche la morte. Questi moderni aguzzini vogliono, attraverso il sondino di Stato imposto per legge, disinnescare le conquiste di libertà che Piergiorgio Welby e la famiglia Englaro hanno assicurato agli italiani con la loro lotta.
Se il Senato confermerà il provvedimento, non sarà più possibile decidere della propria vita. Per tutti hanno deciso noi Udc, Lega e Pdl, meschine comparse di un film scritto in Vaticano. Chi ha votato questa legge infame lo ha fatto nella consapevolezza che sarà smantellata dalla Corte Costituzionale, solo che ci vorranno anni, durante i quali si ripeteranno drammi umani che colpiranno soprattutto i più poveri. L'hanno votata nonostante la maggioranza degli italiani e degli stessi cattolici fosse a favore del vero testamento biologico, solo perché non ne pagheranno il costo, come accadrebbe in una democrazia. Davanti a Montecitorio noi Radicali ci siamo trovati ancora una volta soli a manifestare, mentre chi poteva mobilitare le masse non lo ha mai fatto in questi mesi. A chi invoca il referendum rispondiamo: va benissimo, ma che sia anche lotta per la democrazia e contro i suoi aguzzini.
MARIO STADERINI
SOFFOCATI DAL SONDINO OSCURANTISTA
Si sta chiudendo il cerchio per negare il diritto ad essere proprietari della propria vita sempre. Il disegno di legge Calabrò avanza a grandi tappe e per essere liberati dal sondino di Stato bisognerà che l'organismo sia definitivamente ‘andato’. E quindi non più in grado di assorbire alimentazione e aerazioni artificiali. Quelle che il ddl Calabrò, onde evitare altri fastidiosi casi Englaro, esclude dai trattamenti sanitari. Insomma il sondino sarà lo spettro che sovrasterà ognuno, perché tutti potremo trovarci nella condizione di diventare ostaggio di intubazioni e macchinari, costretti a sopravvivere in una condizione di tortura. Di non vita. Contro la nostra volontà. E a niente varranno le volontà anticipate sul fine vita, perché considerate “orientamenti” da prendere in considerazione per altro solo se si è in stato vegetativo irreversibile, fatto coincidere con “l’assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale”.
È questa la patente di ‘scientificità’ dell’emendamento passato alla Camera, che ribadisce sempre e comunque il fatto che la decisione se staccare il sondino spetta ad una terna di medici (anestesista, neurologo, specialista) “designati dalla direzione sanitaria della struttura di ricovero”, con l’aggiunta del medico curante del paziente. Evidentemente in strutturale ruolo minoritario. E non c’è da dormire tranquilli per questo ruolo decisionale dato alle amministrazioni sanitarie dove si è ricoverati, se si pensa al fatto che ad occuparsi di lunghe degenze e di malati terminali sono per lo più le cliniche cattoliche, dove i dipendenti (medici compresi) per contratto devono aderire all’impostazione ideologica del loro datore di lavoro: il Vaticano.
Del resto è proprio la conferenza episcopale ad essere la più soddisfatta, come si legge dalle colonne del quotidiano dei vescovi: «La legge in corso di approvazione sottrae l’autodeterminazione del volere all’arbitrio eutanasico, rapportandola alle ragioni dell’intelligenza, che sono le ragioni del bene morale della vita e della sua inviolabilità». Non staremo qui a ricordare la vecchia riproposizione che una siffatta affermazione evidenzia nella pretesa di inglobare intelligenza – scelta – volontà nel confessionalismo di una chiesa che delle vite e sulle vite pretende di avere l’appalto. Ma abbiamo il dovere categorico (razionale) di denunciare con forza che questa è una legge che sacrifica al precetto il diritto dei cittadini alla propria autodeterminazione e mette sotto scacco la sovranità dello Stato, tradendone il valore laico e con esso il diritto umano non negoziabile di essere ognuno il proprietario dell’unica vita concreta che abbiamo a disposizione con certezza. E nella quale – proprio come la Costituzione repubblicana stabilisce – siamo anche liberi di scegliere a quali trattamenti sanitari sottoporci.
Berlusconi e la sua “maggioranza” parlamentare l’avevano promessa al Vaticano questa legge. L’avevano messa in sordina dopo le sconfitte alle amministrative e ai referendum. Ma ecco che proprio dopo quelle sconfitte, alla ricerca di benedizioni di riscatto e nel mercimonio delle assoluzioni, vogliono affrettarsi a concludere. Ecco allora la fretta di sfornarla dalla Camera questa legge. Prima della chiusura estiva. Così da poterla offrire sull’altare degli scambi simoniaci a settembre, quando finalmente tornerà al Senato, che già l’aveva approvata a prima botta.
Così, in autunno gli italiani, oltre ai problemi del lavoro, della scuola, della casa, si troveranno anche sfrattati nel proprio corpo da una legge anticostituzionale, ma in perfetta linea con la politica di un governo che proclama le libertà per le caste e le nega ai cittadini. Un governo che ha bisogno di sudditi e di controllori delle loro coscienze. Ma che deve fare i conti col fatto che i giochetti degli “Unti dal Signore”, forse, non fanno più presa. Soprattutto se gestiti da chi nomina il nome di Dio invano. O da chi in nome di questo Dio pretende di far credere ad esempio ad un malato di sla o di tumore, che vivere intubati è volontà di Dio.
MARIA MANTELLO
"HO IL TERRORE DI SOFFRIRE COME ELUANA
LA NUOVA LEGGE CI RENDE MENO LIBERI"
Il ministro della Cultura Galan contrario alle norme votate dalla Camera. "L'eutanasia non è un tabù. Ognuno dovrebbe avere la possibilità di scegliere"
"È una legge ingiusta e sbagliata: toglie solo libertà e nulla aggiunge. Se fanno il referendum sicuramente voterò perché venga cancellata". A dire il suo no senza mezzi termini al testamento biologico approvato martedì alla Camera non è un leader dell'opposizione, ma un ministro del governo: Giancarlo Galan, ex governatore del Veneto ora a capo del dicastero Beni culturali dopo essersi occupato di Politiche Agricole.
Perché è contrario?
"Avrei voluto per me, come per tutti, la libertà di poter scegliere, di poter decidere la mia sorte nei miei ultimi giorni" dice andando a quello che considera il cuore del problema.
Chiede libertà per tutti?
"Sì. Libertà di restare aggrappato ad ogni forma di vita per chi lo desidera o ha fede, ma anche libertà e profondo rispetto per chi la pensa diversamente e non vuole andare avanti ad oltranza, in ogni situazione e ad ogni costo".
Parla di un diritto a morire?
"Sicuramente di comprensione e possibilità di scelta per chi non vuole fare la fine di Eluana. E io ho il terrore di ritrovarmi come lei, per anni attaccato alle macchine. Ecco, adesso con questa legge io non ho più una via di uscita".
Il suo partito che ha votato la legge si chiama Popolo delle libertà...
"Beh, ora di libertà ce n'è una in meno. Quella di decidere sulla propria vita".
Esponenti del suo governo insistono: la vita è indisponibile.
"Rispetto il principio, comprendo chi crede in Dio e pensa che la vita non gli appartenga e che debba seguire il suo corso, ma non accetto che questo pensiero mi venga imposto. E soprattutto non sono così convinto che tutti i credenti ragionino così. Anzi".
Alcune indagini dicono che il 70% degli italiani vuole poter scegliere in materia di cure e fine vita.
"Mi conforta che sia la maggioranza del paese, fa piacere sapere che vogliono decidere da soli su una realtà così importante, personale".
Quindi chi dovrebbe decidere?
"Ogni persona deve poter decidere del suo destino, dei suoi ultimi giorni".
Cosa pensa dell'eutanasia, la dolce morte?
"Io non salto sulla sedia davanti a questa parola, non mi scandalizzo".
Favorevole o contrario?
"Sono aperto a tutte le ipotesi perché sono convinto che bisogna aprire un dibattuto su questi temi troppo a lungo considerati tabù".
In quali casi la trova comprensibile?
"Soprattutto nei casi di malattie dall'esito scontato non condivido l'obbligo a vivere ad oltranza. Non capisco perché obbligare qualcuno a trascinare un'esistenza che non considera degna di essere vissuta o sopportabile. La vita, le sensazioni, i dolori, principi e valori che guidano le nostre scelte sono personali. Non sono gli altri a dover decidere per noi, al posto nostro e soprattutto su un tema così definitivo, fondamentale".
Hanno detto che la legge è stata fatta perché altrimenti decideva la magistratura.
"Questa è l'argomentazione più seria che ho sentito a favore di una legge che comunque continua a non piacermi. E, anche se non mi attira l'idea di un magistrato che in un caso decide in un modo e all'opposto in un altro, per me il diritto individuale è nettamente superiore, è ben più importante anche di questa motivazione".
Qualcuno ventila che il ddl sia stato approvato per attrarre nella maggioranza l'Udc, i cattolici.
"Non ci avevo pensato, potrebbe essere. Ma se è così, ancora una volta, io non condivido".
Intervista di CATERINA PASOLINI
Il csx purtroppo soffre, seppure apparentemente in minor misura, dello stesso male. Purtroppo.
Purtroppo i papisti regnano ovunque...
Mario Pezza
Meno male, alla lettera, che almeno oggi esistono terapie del dolore e cure palliative che possono tuttavia essere somministrate solo circondandole da una serie di ipocrisie per evitare che vi ricada sopra lo stigma dell'eutanasia (parlo purtroppo per diretta esperienza famigliare).
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