17 agosto, 2009

 

Cortina incontra. I finti "liberali" intolleranti del PdL e i "progetti" della Bonino

INTOLLERANZA. E IL PUBBLICO NON REAGISCE - C’è un brutto clima politico oggi in Italia. Noi laici e liberali paventiamo la nascita di un soggetto politico fondamentalista: un "partito di Dio". Anzi, siamo proprio sicuri che non ci sia già?
La sera del 4 agosto a Cortina, nell’ambito dell’iniziativa "Cortina-incontra", promossa e animata da Iole ed Enrico Cisnetto, si è svolto un incontro sul tema "Nella fecondazione assistita (e non solo) difficile tracciare il confine tra religione, etica e scienza". Sono intervenuti Emilia Costantini, giornalista del Corriere della Sera, autrice de "Tu dentro di me" (Aliberti), Gilberto Corbellini, senatore radicale, storico della medicina, autore de "Perché gli scienziati non sono pericolosi" (Longanesi), Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno, Stefano Zecchi, scrittore e docente di Estetica all’Università di Milano.
La premessa dell’incontro era proprio la difficoltà nel tracciare il confine tra etica, religione e scienza. Di qui la necessità dell’ascolto delle ragioni di tutti.
Il prof. Corbellini, suo malgrado, si è trovato al centro di una astiosa polemica innescata da una sfuriata di Zecchi che, travisando le parole del suo interlocutore, lo ha pubblicamente accusato di essere intollerante, degno di finire prima o poi nel "partito di Pannella", quasi fosse una offesa all’intelligenza. Senonché lo scienziato è già da tempo tra i radicali.
A sua volta Alfredo Mantovano, sottosegretario del governo Berlusconi, ha tentato di ridicolizzare l’atteggiamento laico e tollerante del prof. Corbellini. Diciamo che gli intolleranti si sono atteggiati a liberali intransigenti conquistando anche qualche applauso del pubblico presente.
Il rifiuto aprioristico dell’ascolto delle ragioni degli altri proprio sullo spinoso tema dei rapporti tra etica, religione e scienza da una parte e l’incapacità degli ascoltatori di reagire all’intolleranza, dall’altra, sono pessimi segnali. E’ sintomatico di un clima che rende agevole l’ambiente per una opinione pubblica fondamentalista, supporto necessario a un vero e proprio partito di Dio. Tra l’altro favorito anche dalla probabile frammentazione conseguente all’abbandono della strategia volta a costituire soggetti a vocazione maggioritaria, vista la vittoria del proporzionalismo dopo l’insuccesso referendario del giugno scorso.
.
MA LA BONINO CHE FARA’ DA GRANDE? - Il salotto cortinese aveva ospitato il giotno ptima, lunedì 3 agosto, Emma Bonino che ha conversato con Francesco Delzio e il padrone di casa Enrico Cisnetto.
La Bonino non ha deluso le aspettative. In una serata da lupi – il calo della temperatura dovuto ad un temporale estivo ha fatto battere i denti ai presenti – la senatrice radicale ha manifestato tutta la sua genuina passione politica. Evitando di polemizzare sulla circostanza se in Italia c’è o non c’è democrazia, ha sottolineato la necessità di una svolta riformatrice per affrontare l’attuale fase politica. Innanzi tutto la necessità di una riforma elettorale che vede elemento centrale l’opportunità di introdurre, a qualsiasi livello, il collegio uninominale. Collegare l’eletto al territorio significa avvicinare i cittadini alla politica in quanto si sentirebbero protagonisti di scelte piuttosto che strumentalizzati per ratificare scelte altrui, come accade oggi con il "porcellum".
La presenza di Francesco Delzio, già leader dei giovani di Confindustria, autore di un libro sul disinteresse, nei confronti della politica, da parte dei giovani, ha permesso alla Bonino di fare un raffronto tra i giovani della sua generazione - quella del divorzio, dell’aborto e dei diritti civili - con quella attuale tutta rifugiata nel presente e priva di qualsiasi sogno. Infatti di fronte ai nodi dell’economia, alla crisi del welfare e del sistema pensionistico i giovani, principali vittime assieme alle donne, ai vecchi ed ai malati, sembrano indifferenti.
La crisi, o meglio la globalizzazione può essere una opportunità ma per coglierla occorre avere strumenti adatti. Le attuali organizzazioni internazionali, ad esempio il Fondo Monetario Internazionale o il G 8 sono organizzazioni obsolete, o meglio superate dai tempi. Anche l’Unione europea come organizzazione intergovernativa è obsoleta. Quello che occorre è una Europa all’altezza dell’utopia del Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni.
Ma Emma Bonino, con la sua passione, da grande, potrà essere il leader del partito europeo riformatore dei liberali e dei democratici?
BEPPI LAMEDICA
Veneto Liberale

Comments:
Strano che il bravo Cisnetto, laico doc, non sia intervenuto sugli intolleranti.
 
Chissà che bel freschetto che faceva a Cortina... ma a parte l'aria fresca, i politicanti italici ripetono le stesse ottusità, anche la Bonino ha ormai perso di vista il nocciolo del problema, cioè perchè questa destra abbia stravinto le elezioni e dunque, perchè la sinistra degli er mejo, abbia stra-perso. Agl'italiani, come in tutte le società, interessa vivere pacificamente e senza farsi vessare dallo stato, entrambe le cose la sinistra al potere ha dimostrato di non garantirle. L'immigrazione è il principale problema, gli italiani non vogliono gl'immigrati, specialmente quelli non europei, sanno che portano e porteranno sempre più criminalità, disordini e, gl'islamici, eversione, barbarie. Il popolo ha il diritto di veder esaudite le proprie richieste politiche, ma la sinistra che si autoproclama "democratica" se ne frega totalmente dei desideri della gente, anzi, ha la presunzione di dover "educare" le "masse" secondo le idee del partito, un vecchio vizio comunista, quello dei campi di rieducazione, in poche parole: se il popolo la pensa come il partito, bene, altrimenti è il popolo che sbaglia e va rieducato, ecco questo è il concetto di democrazia della sinistra, radicali compresi.
La seconda ragione per cui i sedicenti "democratici" e pure i radicali, hanno perso le elezioni, è l'odio sociale che hanno verso la classe produttiva del paese, solo la sinistra poteva esprimere un Visco, odiato da tutta l'Italia che lavora, i radicali e la Bonino, non si sono nemmeno accorti che stavano in un governo con un vorace ministro delle finanze, eppure, se fossero veramente dei liberali, dovrebbero sapere che "le tasse" sono uno dei punti fondamentali, invece mentre il governo "depredava" in stile Russia sovietica, i lavoratori italiani, la Bonino ed i radicali se ne stavano sulle nuvole a parlare d'altro, magari di come stanno male i carcerati o, peggio, di quanto abbiamo bisogno di immigrati. La Bonino ed i radicali, ormai non sono più dei liberali, visto che di economia, di ridurre il peso dello stato, non ne parlano più, ormai hanno perso una "i" sono dei grotteschi "liberal" degenerazione sinistra dei liberali.
F.Dolcino
 
Caro frà Dolcino, questo pur essendo privato è un luogo aperto al pubblico, e poiché il blogger è oggettivamente (!) responsabile anche del tenore dei commenti, ho dovuto contro le mie idee liberali sfumare o eliminare certe tue frasi offensive. Per non essere a mia volta querelato. Che facciamo, vogliamo fare arricchire la Casta ancora di più?
Sulla distanza che ormai esiste tra classe politica, specie di sinistra e Italia, sono d'accordo. Ma loro si difendono dicendo che il Paese è arretrato e che la gente che incontrianmo al bar o sui treni è molto peggio di Visco, D'Alema, Bonino ecc. E che quindi va educata.
Non solo i sovietici lo facevano, anche i liberali (scuole rurali di Nathan a Roma, libro Cuore ecc). Einaudi diceva che la gente deve "conoscere" per decidere. E come fa a conoscere se nessuno glielo permette? La Destra sbaglia, quindi, a non insegnare nulla alla gente. Che in Italia è molto ignorante (ultima per consumo di libri e lauree).
Ho teorizzato che il Paese reale in Italia è peggiore della sua Casta in molte cose.
E d'altra parte vediamo come si comportano le persone normali (industriali, magistrati, avvocati, dentisti, diplomati a Radio-Elettra, show-girls) diventate politici...
 
Ooops, scusa Nico, pensavo di aver scritto un post "pacato" ...è che sono caratterialmente, un pochino colorito nell'esposizione del mio pensiero, cmq sai che non mi offendo per le tue censure, in fondo qui sono "a casa tua". Tornando al tema, penso che un conto sia "acculturare" un altro è imporre un'ideologia con la forza dello stato, tra le scuole rurali ed i campi di rieducazione il confine non è così labile, anzi, è pure delimitato dal filo spinato. Così, con sistemi intimidatori più sofisticati ed ipocriti, cioè le leggi (operative nei paesi anglosassoni ed in preparazione da noi) contro il "razzismo" o l'islamofobia, si vuole tappare la bocca a chi osa dissentire circa l'immigrazione, è la criminalizzazione di chi è "politicamente scorretto". Un conto è parlare scrivere e dibattere sui problemi, un'altro è imporre una scelta, pena, prima la gogna, venedo additato come "razzista" e poi, la galera per chi dissente, questo non è diffondere la cultura, ma imporre un'ideologia con la violenza. In Gran Bretagna che sono "avanti" verso questo neo-totalitarismo, grazie alle leggi "anti-razziste" sono stati incriminati e condotti davanti ad un giudice perfino dei bambini di 10 anni, una ragazzina di 14 anni è stata condotta in centrale di polizia, spogliata e interrogata per tre ore perchè aveva semplicemente chiesto al suo professore di essere assegnata ad un gruppo di studio dove le altre studentesse parlassero inglese, infatti il prof. l'aveva messa con delle studentesse che parlavano soltanto l'urdu, al sentire la (sensatissima) richiesta della giovane il prof. l'ha accusata di razzismo ed ha chiamato la polizia. Di casi simili in G.B. ce ne sono a bizzeffe e chi osa difendere gli inquisiti viene attaccato da sindacati e politicanti, il giudice Jonathan Finestein dichiarò: “Siamo realmente arrivati al punto dove perseguitiamo bambini di 10 anni a causa del politicamente corretto? Crimini più gravi sono commessi altrove e la polizia cosa fà? Ciò non ha alcun senso". Il povero giudice è stato oggetto di "lapidazione" da parte dei sindacati della scuola. Ci sono stati innumerevoli casi di dipendenti pubblici licenziati perchè alcune conversazioni private "politicamente scorrette" sono state denunciate alle autorità, come succedeva nell'ex-blocco sovietico. Dunque ripeto: la sinistra ha scritto nel dna il totalitarismo: o si accettano le verità ideologiche dei compagni o quelli, se possono, ti sbattono in galera e ciò è molto diverso dalla lettura del libro Cuore o dall'insegnare le tabelline.

F.Dolcino
 
Posta un commento



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?