26 novembre, 2012
Primarie all’italiana. Grande prova di civismo e maturità, ma inquinate, inattendibili, inutili.
Dopo il magnifico spettacolo delle elezioni primarie aperte della Sinistra italiana (aggettivo determinante, v. appresso) con oltre tre milioni di votanti e 100 mila volontari al lavoro, che interpretazione darne? Innanzitutto, da osservatore laico e liberale, ammiro e lodo pubblicamente i tanti italiani che si sentono e credono “progressisti” (ma non i parecchi infiltrati) che hanno votato. Identità e orgoglio di appartenenza che smentiscono certe analisi stantie.
Un bello spettacolo, comunque, in questa Italia pubblica che da una parte il populismo, gli scandali, i rappresentanti squallidi, corrotti e ignoranti, e dall’altra un’anti-politica qualunquistica (di chi, oltretutto, non si era mai interessato in precedenza della Cosa comune) avevano dipinto in modo disastroso. Con note di colore eloquenti. I candidati Tabacci e Renzi che fanno la fila per ore ai seggi tra gente comune erano uno spettacolo mai visto nella Destra arrogante italiana. Ve l’immaginate personaggi come un La Russa o Berlusconi, ma anche un anonimo capataz di medio calibro di Forza Italia o AN mischiarsi alla folla anonima e aspettare senza privilegi col rischio di essere contestati dai vicini di fila? Impensabile.
Quindi, da un lato una prova commovente, un aggettivo che non abbiamo più potuto usare da vent’anni, da quando cioè la vita politica italiana è stata stravolta da un personaggio populista e propagandista che ha un predecessore solo in Mussolini.
Ma l’evento fa meditare sul modo differente in cui conservatori e progressisti in Italia si formano le idee e le manifestano col voto. E’ in questo nodo di psicologia sociale, prepolitica, che si può spiegare la tipicità italiana del Liberalismo non realizzato.
La differenza è tra un voto di "opinione” (spesso fondata sul nulla, cioè non certo sui programmi o sul ragionamento, ma sulla tv, sulla simpatia, su una tassa messa o tolta, o sulla grafica accattivante d’un sito-web) e un voto di partecipazione, che s’immagina più logico e meditato. Ecco la differenza in Italia tra tutti i partiti o liste più o meno personali e di comodo, e la Sinistra. Dai conservatori che si definiscono “liberali” perché vorrebbero dire solo anti-comunisti e di Destra estrema, fino ai grillini anti-politica, sempre d’un teorico e preconcetto voto di opinione si tratta. Va riconosciuto dagli osservatori neutrali di psicologia di massa. E due personaggi ("politici"? be', piano con le parole...) abituati a comandare militarmente sui propri simpatizzanti, ad agire di testa propria e nell'ombra, eterodiretti o no da propri consulenti fantasma, entrambi teorici e pratici della battuta (in fondo sono dei "comici" a modo loro, anche se ormai non fanno più ridere), dopo queste primarie hanno masticato amaro e si sono visti franare il terreno sotto i piedi. Berlusconi e Grillo.
Primarie del genere il Centro-Destra se le sogna. Se conservatori e reazionari (Destra) e moderati (Centro), tanto per usare categorie pseudo-politologiche solo italiane, volessero vincere o anche proporre una linea politica, dovrebbero prima educare alla partecipazione e al volontariato i propri pigri e irrazionali simpatizzanti, compresa la triade famigerata di studenti, casalinghe e pensionati, unita nella disinformazione e nell’incapacità-impossibilità di confrontare dati e fonti. Pochi di questi, infatti, sono soliti leggere un quotidiano di buon livello. Piuttosto si abbeverano solo alla televisione e al web. Tempo previsto per questa rieducazione della classe media ignorante e perciò “di opinione”? Diciamo più d’una generazione: 30 anni. Ecco quello che ha dimostrato la grande prova di maturità civile e democratica delle primarie della Sinistra.
Forse noi non la voteremo mai questa caotica e contraddittoria Sinistra italiana nata dall’unione di PCI e DC, dove i clericali si accompagnano agli ultimi utopisti del marxismo fuori tempo massimo: troppo poco laicista, ecologista e liberale. Ma certo la Sinistra si è confermata in tutto migliore della Destra, e anche per quello che ha fatto con queste primarie ha tutto il diritto di governare, paradossalmente, questo Paese di anarco-conservatori emotivi, pigri e contraddittori.
Ma c’è il brutto rovescio della medaglia. Dopo aver elogiato queste primarie come stupenda prova di maturità, educazione civile e partecipazione, una duplice personalità (cercare sempre argomenti pro o contro qualunque cosa, che poi vuol dire mettere in pratica davvero l'impostazione mentale liberale) impone di parlare dell'altra faccia della luna.
Queste primarie di schieramento all’italiana a cui possono incredibilmente partecipare anche i sostenitori dello schieramento avversario (per questa contraddizione madornale perfino gli abitante di Marte si stanno agitando senza darsi pace e senza dormire la notte...) sono inquinate e inattendibili già in ipotesi. In fondo creano solo personaggi, confermano o creano ex novo miti mediatici, fanno pubblicità. Pensate a tutta la ricaduta – utilissima come propaganda – di discussioni, interpretazioni, commenti, interviste, tavole rotonde: tutto gratis, anzi con notevoli guadagni perfino economici per candidati e partiti furbi. Ma non danno indicazioni. In fondo sono solo delle prove generali delle vere elezioni politiche, ma senza le garanzie che offrono queste.
Gli americani, che le hanno inventate, sono sbalorditi da tanta faccia tosta e obliqua fantasia levantina. Per avere valore dovrebbero invece essere riservate agli iscritti ad un partito della coalizione, o almeno a chi sottoscrive il programma di un partito o dell’intera coalizione. Macché, sono oscenamente aperte a chiunque, senza filtro di sicurezza, che pure si mette sul più banale dei siti internet. Cosicché, ad una pre-consultazione interna della Sinistra possono partecipare perfino fascisti, leghisti, anarchici, e comunque chi poi non voterà per quella coalizione al ballottaggio delle primarie o alle vere elezioni politiche.
Una cosa assurda, un peccato originale capitale, che definisce la cosa come un po’ corrotta già nell’idea, che non deve più ripetersi. E non solo perché – è ovvio – la parte avversa alla coalizione di Sinistra sguinzaglierà i suoi uomini per infiltrarsi nelle lunghe code, come già è emerso abbondantemente, oppure comprensibilmente qualche elettore di Destra in ingenua buona fede è comunque attratto dal candidato che per lui rappresenta il “minore dei mali” o addirittura lo vede come proprio candidato (in questo caso Renzi).
Quindi, sul piano statistico-demoscopico, e a questo punto anche politico, le primarie così concepite non valgono nulla: sono solo una falsata passerella di propaganda per candidati.
Insomma, creato dagli anglosassoni un bell’istituto (interno ai partiti) di democrazia diretta liberale, ecco che viene subito dai soliti furbi e imbroglioni politici italiani trovato l’inganno.
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