21 gennaio, 2010

 

Addio (è il caso di dirlo) Stato laico e liberale. La Croce privilegiata, ma fuori legge

Una pagina nera per la laicità dello Stato italiano che ci porta indietro di secoli, un duro colpo alla libertà religiosa che è fatta soprattutto di uguaglianza formale tra le confessioni e le idee filosofiche, uno schiaffo al liberalismo che è la teoria del limite dei diritti perché tutti i diritti siano riconosciuti a tutti. Se un ateo, un islamico o un buddista non può imporre agli altri nei luoghi pubblici, coattivamente, non solo il proprio credo ma anche i suoi simboli esteriori, perché solo al cattolico dovrebbe essere consentita questa prepotenza?
Che è accaduto? In pratica, il CSM, organo di autotutela dei giudici, condannando il giudice Luigi Tosti alla massima pena, la radiazione dalla magistratura, ha stabilito in pratica che la religione cattolica è l'unica religione che può esporre il proprio simbolo, anche coattivamente, nei luoghi pubblici, come sono le aule dei Tribunali in udienza.
L'ostensione forzata del crocifisso nei locali pubblici, recente costume italiano e solo italiano, è un privilegio inaccettabile per qualunque liberale: di destra, di centro o di sinistra che sia. Perché tocca la base stessa del Liberalismo: la libertà religiosa, la libertà delle idee, la libertà di propaganda delle idee. Tanto più, poi, se la contestazione di questo assurdo monopolio è accompagnata da sanzioni, e gravissime, come questa.
Ma deve essere problematica anche per un vero cattolico, il quale sa che il Dio in cui crede non ha certo bisogno di imporsi con la violenza, né di ostentare simboli, croci, immagini e abiti talari che a lui più o meno abusivamente si collegano. E, anzi, se davvero esistesse, se la riderebbe del "paganesimo" dei suoi adepti, che come i selvaggi della Patagonia adorano feticci materiali fatti di legno, carta, marmo e bronzo, anziché sentire la religione nella propria coscienza. Un vizietto antico: l'accusa alla Chiesa di Roma di idolatria e feticismo fu una delle cause della separazione dei Protestanti. Dice infatti la Bibbia: "Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo... Non ti prostrare davanti a loro e non li adorare" (Esodo 20,1-17).
In quanto al giudice Tosti, da quattro anni senza funzioni e senza stipendio, deve essere uno di quei pignoli moralisti e ostinati "provocatori" che fanno di tutto per cercarsele. Qualcosa deve essersi rotto in lui se ha deciso di immolarsi per dare scandalo. Non erano i primi cristiani a sostenere che è opportuno che gli scandali avvengano?
Per niente accomodante, questo piccolo grande uomo ha condotto la sua difesa all'antica, solo sui princìpi. Con la conseguenzialità logica e ingenua d'un Candide che però sa tutto di diritto e ha letto il Platone che parla di Socrate. Sembra uno di quegli eroici protestanti che fecero la Riforma. Sono queste le persone che portando le cose alle estreme conseguenze rendono le ingiustizie insopportabili anche all'ottuso uomo della strada e scatenano i cambiamenti.
Luigi Tosti si era più volte rifiutato di tenere udienza sotto il simbolo del crocifisso. E non certo in odio o spregio di questo simbolo, ma perché consapevole della violazione patente dell'uguaglianza tra le religioni che l'esposizione di quel simbolo rappresenta. Il crocifisso nei locali pubblici, che non c'era nell'Italia liberale, oltretutto è fuori legge, in senso letterale. Infatti, non è previsto da nessuna legge, ma da un vecchio regolamento ministeriale che parla nientemeno di "arredi".
Che fare? Se non si vuole eliminre il tipico crocifisso cattolico - ha argomentato Tosti col lucido buonsenso che ricorda Voltaire - allora lo si affianchi in modo liberale con i simboli delle altre religioni, per esempio la menorah ebraica, la mezzaluna islamica, la croce dei protestanti, e così via fino a comprendere buddismo, induismo, confucianesimo e anche l'ateismo.
Macché, deve essere monopolio, posizione dominante (con relativi abusi, da decenni, da secoli), violenza psicologica, convincimento e suggestione forzata verso i bambini delle scuole. Una persuasione occulta, subliminale che davvero ricorda i secoli bui del fanatismo medievale.
Per capire a quale analogia deve riferirsi la ratio liberale, invece, si ricordi che nel mercato libero i monopoli e le posizioni dominanti sono lo spauracchio numero uno, il nemico vero del liberalismo (cfr Einaudi, Ernesto Rossi ecc). E infatti vengono perseguite molto severamente dal Garante e dalle norme di legge. La concorrenza, quindi, deve esserci anche nell'ostensione dei simboli nei locali pubblici: è un principio fondamentale del liberalismo.
Il liberalismo stesso nacque e si rafforzò proprio come libertà religiosa.
Quindi il coraggioso giudice Tosti, al quale va l'ammirazione e la solidarietà del Salon Voltaire, ha fatto benissimo a incaponirsi su una questione di principio di tale portata. E ci meravigliamo che i giudici del CSM siano ingenuamente caduti nel tranello costituzionale. Adesso il giudice Tosti adirà la Corte di Cassazione, e poi la Costituzionale, dove ha buone probabilità di vincere. Ma se non bastasse c'è sempre il Tribunale europeo per i Diritti dell'Uomo che ha già condannato lo Stato italiano per una questione analoga.
Dispiace, però, che ancora una volta, la cosiddetta "patria del diritto" collezioni brutte figure giuridiche a livello internazionale, neanche fosse diventata il Nicaragua o il Burkina Faso.
Ma come, con tutti i mali prodotti dal fondamentalismo islamico, ora la religione cattolica si mette ad imitarlo, tornando ai suoi, mai dimenticati, nefasti, tempi passati?
NICO VALERIO
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"Il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) ha rimosso il giudice Tosti dall'ordine giudiziario. Di fronte all'alternativa postagli dal coraggioso giudice di rimuovere i crocifissi dalle aule giudiziarie o di rimuovere lui, ha scelto di cacciarlo fuori dall'ordine del magistrati. Questo gravissimo avvenimento che segna di lutto per la laicità dello Stato la giornata di oggi è contemporaneo al ricorso del governo italiano, a suo tempo annunziato dal Ministro Gelmini, alla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che dava ragione ai genitori di Padova che avevano contestato la presenza del Crocifisso in una aula scolastica.
Non ho dubbi che il giudice continuerà la sua battaglia, e spero moltissimo in un grande sostegno popolare, dal momento che difende la nostra stessa libertà.
Il Paese in cui avviene questo è lo stesso in cui medici cattolici dei pubblici ospedali del servizio sanitario nazionale possono rifiutarsi di praticare l'aborto perchè obiettori di coscienza, senza dover rinunziare al loro posto di lavoro ed al loro stipendio. La pretesa di imporre i crocifissi nei pubblici uffici è stata sempre talmente priva di ragione da essere giustificata come parte dello "arredo" dei locali, oppure come espressione della "cultura" nazionale. Questa seconda giustificazione è ufficialmente sostenuta dal Vaticano il quale si rende conto che non esistono ragioni per imporre erga omnes il simbolo della religione cattolica.
La religione è essenzialmente un fatto privato e non può essere imposta a tutti. Gli uffici pubblici sono aperti a persone di ogni fede religiosa e convincimento filosofico. Tutti non possono subire la presenza di un simbolo che appartiene soltanto ai credenti cristiani.
In Italia, dal 1870 al 1929 [il crocifisso] non è mai esistito nei pubblici uffici, ed in Europa non esiste quasi dappertutto. La pretesa tutta italiana di imporne la presenza arrivando financo a punire coloro che non lo espongono è coerente con la ossessione identitaria della destra, con la voglia di fare del crocifisso un simbolo del conflitto di civiltà, uno strumento per affermare la primazia dell'Occidente sull'Islam e su ogni altra cultura.
La decisione del CSM contribuisce oggettivamente a dare manforte agli attacchi contro la laicità dello Stato ed i diritti delle persone che si sono manifestati ed hanno provocato momenti di grande tensione nella questione del testamento biologico, dei diritti delle coppie omosessuali al loro riconoscimento giuridico, del diritto ad una procreazione sana e libera da oscurantismi religiosi.
Il fronte della laicità è indebolito ed in preda al marasma. Il Partito Radicale che è stato tra i più coerenti sostenitori di Tosti probabilmente non interverrà con la dovuta forza dal momento che la signora Bonino, candidata al governatorato del Lazio, dovrà blandire l'elettorato cattolico, ed il PD non è più in grado di connettere e di stare dietro una razionale linea di condotta, essendo in preda a pulsioni diverse e contrapposte. L'operazione Crocifisso diventa pienamente una operazione della destra ed un momento dell'affermazione della sua "cultura" oscurantista e lesiva dei diritti.
Meraviglia non poco il comportamento del CSM, che difende a spada tratta l'indipendenza del potere giudiziario dal Governo e dallo stesso Parlamento ed allontana dai suoi ranghi un suo coraggioso esponente che la vorrebbe indipendente anche dal dominio clericale. Rifiutandosi di rimuovere i crocefissi dalle aule giudiziarie compie una prevaricazione sul senso di giustizia e sulla indipendenza del servizio giudiziario dello Stato.
PIETRO ANCONA
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Fonti:
Corriere della Sera, TgCom Mediaset, BlogAncona

Comments:
Che vergogna!
 
Bellissimo, grazie.
 
Era una cosa che non ci faceva più nè caldo né freddo. sarebbe morta per conto suo. Mai era stata una questione di principio in passato. La stessa chiesa non ci bada più tanto.
Finché non se ne sono occupati gli atei devoti dell'estrema Destra, che hanno fatto della croce un vessillo contro gli islamici. Ma si rendono conto della propria idiozia?
 
Complimenti, bell'articolo.
 
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