18 giugno, 2007

 

Il “Polo-Ulivo”. L’intrigo super partes per spartirsi potere, soldi e consensi

"Guai all’anti-politica". Subito dopo l’ultimo scandalo, ecco puntuale l’ultimo slogan inventato in quattro e quattr’otto dagli uffici stampa del Potere, gli stessi che se l’anti-politica dovesse prendere il sopravvento perderebbero il posto e lo stipendio conquistati senza merito. Ed è già diventata una giaculatoria, un’invocazione retorica, di quelle che i tanti, troppi, avvocati della politica italiana sono soliti recitare senza convinzione quando in tribunale devono difendere un imputato indifendibile: "Attenti alle generalizzazioni, ai teoremi, al qualunquismo, al populismo". Senti chi parla. Senti che pirla.
E intanto i famigerati politicanti all’italiana, che irritano gli editorialisti ma mandano in solluchero i comici anglosassoni, continuano come se niente fosse a farsi gli affari propri, incuranti degli interessi di tutti, di quelli che loro considerano gli utili idioti, la gente, i votanti, sì, insomma, il gregge. Perché loro, si sa, da gregari di provincia che erano (la politica, il Potere, attraggono molto i provinciali), una volta eletti, anzi cooptati nell’elite, si sentono fuori dal gregge, egregi.
Poveri illusi. Come se non si sapesse, visto il bassissimo livello culturale, intellettuale e morale - e le cronache di Radio Radicale in questo senso sono impietose – che peones e leaders, da Margherita a Udc, da Forza Italia ai Ds, da An ai Verdi, per essere stati ammessi a godere di privilegi immeritati hanno dovuto superare una vera e propria selezione al contrario, una singolare gara in cui ha vinto chi è arrivato ultimo.
I libri di denuncia di Salvi e Villone, prima, e di Stella e Rizzo, poi, sono usciti proprio quando l’esasperazione degli Italiani contro abusi, complicità e lentezze del Potere politico-amministrativo era già al limite. Naturale che le due pubblicazioni siano divenute, oltre le aspettative degli stessi autori, le bandiere, i testi di riferimento di una sorta di rivolta morale.
E certe permanenze al potere, per tutte quella di Bassolino che per lo scandalo dei rifiuti in Campania avrebbe dovuto dimettersi da oltre un anno, oggi sono viste dalla popolazione come una provocazione.
Ma ora, scandalo nello scandalo, c’è la difesa a riccio della classe politica intera.
La mistificazione è tale che l’elite al potere dei professionisti del Parlamento e dei poteri collegati, senza distinzione di colore, vuole furbescamente dare ad intendere, nientemeno, che la vera, la "nobile" Politica, mai vista in Italia (dopo la Destra storica di Cavour, concediamo), sarebbe stata - poverina - attaccata da un complotto di "poteri forti": la stampa, la magistratura, l’industria ecc.
Ma quale complotto? D'Alema ha sbagliato. E ha sbagliato anche Berlusconi. Un bell’articolo di Giuseppe D’Avanzo sulla Repubblica di oggi costruisce un mosaico eloquente che lascia senza fiato. Altro che "vittima": la classe politica è la vera colpevole del degrado istituzionale, economico e morale dell'Italia. E finta Sinistra e finta Destra, entrambe poco o nulla liberali, sono sostanzialmente d’accordo. Insomma, se intrigo c'è stato, sono stati proprio i politici italiani ad averlo ordito. Sono gli stessi politici ad alimentare l’anti-politica. Altro che stampa, altro che magistrati. (Nico Valerio)
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LA SINDROME DEL TRASFORMISMO
di Giuseppe D'Avanzo
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Ritualmente il ceto politico elabora, nelle difficoltà, una cosmesi esorcistica dei fatti. La "teoria del complotto" è il metodo più collaudato, facile all'uso, buono in tutte le stagioni. Da destra (Fini, Berlusconi) fino alla sinistra radicale (Giordano) - appena alle spalle di Walter Veltroni - è un coro: c'è una manovra in corso contro la politica per screditarla e i verbali di Stefano Ricucci, pubblicati con due anni di ritardo, ne sono la "prova regina". L'argomento imbarazza per la sua fragilità e offende l'intelligenza di chi cede alla tentazione di adoperarlo.
È utile ripetersi. Due anni fa - per una convergenza di interessi diversi e opposti che trovano conveniente agire in concerto con accordi sotto banco che danneggiano i mercati e i risparmiatori e pregiudicano una corretta informazione dell'opinione pubblica - nasce un intrigo che vuole ridisegnare la geografia del potere politico, finanziario, mediatico del Paese. Sono in palio due grandi banche (Antonveneta, Bnl); la conquista del Corriere della Sera e dei giornali del Gruppo Riffeser (Resto del Carlino, Nazione, Giorno).
Con una coerente simmetria, in caso di successo i due poli avrebbero conquistato - la destra - una banca al Nord e un grande gruppo editoriale; la sinistra, una banca nella Capitale e quotidiani diffusi nelle sue maggiori aree di consenso (Toscana, Emilia-Romagna).
L'intrigo salta per la legge del market abuse, approvata nella più assoluta inconsapevolezza dal Parlamento nella primavera del 2005 perché consente - ma il Parlamento ne sottovaluta l'esplosività - investigazioni molto invasive e che la procura di Milano promuove. Un anno fa Stefano Ricucci è arrestato. Lo interrogano in sette occasioni. Venti giorni fa, con l'avviso di conclusione delle indagini, tutti gli atti dell'istruttoria sono stati messi a disposizione dei dieci e passa indagati e dei venti e passa avvocati. Venti giorni fa.
Veltroni, Berlusconi, Fini, Giordano dovrebbero rispondere a questa domanda: quando si doveva dar conto della minuziosa ricostruzione affidata dal "furbetto" ai pubblici ministeri, se non oggi quando quelle carte hanno perso il loro carattere segreto e sono entrate nel circuito processuale della discovery?
Suggerire una "tempistica" sospetta, ingrassare il fantasma della manovra storta, evocare il complotto di "poteri forti" e senza volto - rifiutandosi all'ostinazione dei fatti - è insipienza o malafede, ma quel che conta è altro. Il gergo sgrammaticato, scelto dalla politica, alleva confusione, nasconde un imbroglio.
Sembra che, quasi "a freddo", il ceto politico voglia resuscitare con passi da acrobata il conflitto tra il potere politico e l'ordine giudiziario, la contrapposizione tra ceto politico e informazione per aumentare il "rumore", sollevare polvere, star lontano dal nocciolo più autentico della questione. Che non interpella la magistratura o il rilievo penale dei comportamenti né la moralità o l'immoralità dei rapporti tra politica e affari.
L'intrigo, che vede protagonisti intorno allo stesso tavolo Berlusconi e Prodi, D'Alema e Gianni Letta con un poco nobile codazzo di banchieri, avventurieri della finanza, astuti nouveaux entrepreneurs racconta con efficacia balzacchiana la distanza tra i propositi dichiarati e i comportamenti effettivi, la disponibilità a lasciarsi catturare di ognuno; la divaricazione tra gli accordi in corridoio e i contrasti in pubblico.
L'intrigo rappresenta, si può dire allora, il ritorno sulla scena della politica italiana del trasformismo, di quella sindrome antica quanto lo Stato unitario e che - ci eravamo illusi - il bipolarismo avrebbe dovuto liquidare.
È questo il "caso" di cui si dovrebbe discutere, dunque - del ritorno del trasformismo e della sconfitta del bipolarismo. Non di bubbole complottistiche. Infatti, nei retroscena ricostruiti da Stefano Ricucci, la politica italiana si mostra con la sua faccia forse più autentica e appare prigioniera di quell'unico metodo di governo (consociativo, trasformistico) escogitato per tenere insieme il Paese e ricondurre a provvisoria solidarietà partiti maggiori e minori, nuovi o rinnovati, maggioranza e opposizione, lobby, ceti, corporazioni.
Le mosse di Berlusconi, D'Alema, Fassino, Letta, Prodi (che non hanno alcuna rilevanza penale e che sarebbe sciocco e inutile giudicare moralisticamente) mostrano un paesaggio indistinto e nebbioso, dove si assemblano interessi confliggenti in nome di una politica legata a una dimensione di esclusivo potere, praticata come puro esercizio di autorità, come appropriazione-distribuzione di risorse pubbliche, come manipolazione occulta di ogni trasparente meccanismo democratico.
È un paesaggio dove - conviene ripetersi - si fanno largo "affocamenti di piccole passioni, urti di piccoli interessi, barbagli di piccoli vantaggi" e nessuna idea. È una scena che svela come la politica italiana corra il pericolo di diventare indifferente al merito delle questioni e degradarsi ad apparenza e spettacolo. Importa poco qui sapere se questo eterno paradigma della nostra politica sia o non sia, come alcuni sostengono, un carattere nazionale, o addirittura un segno antropologico, o la secolare inclinazione a fare a meno di fedi e di ideologie in nome dell'adattamento e della sopravvivenza o una degenerazione fiorita per difetto di moralità. I retroscena dell'intrigo sembrano confermare che il trasformismo è l'unica arte di governo, il solo modello politico, la sola prospettiva che consente di sterilizzare, sotto il banco, i conflitti e le profonde fratture che attraversano il Paese e la storia nazionale"

Comments:
Ottimo, complimenti
 
Esiste un movimento "Circoli dell'altra Italia" che sogna una Terza Repubblica...e dice piu' o meno le stesse cose che proponete Voi.
Perche' non vi mettete insieme e provate a fare qualcosa di concreto?
saluti
M.LAuro
 
M.Lauro, grazie, ma non lo dico solo io o un piccolo gruppo marginale (e allora capirei la sua proposta), ma lo scrive oggi nientemeno che la Repubblica nell'articolo in basso (non lo ha letto?), lo dice Capezzone che il 22 annuncerà al Congresso Pli un nuovo soggetto liberale distinto da destra e sinistra, lo dicono i radicali, i liberali e i repubblicani, lo dice il nostro Coordinamento dei Liberali Italiani (che finora riunisce 10 gruppi), lo dice una grossa parte dell'Italia. E allora non servono i gruppetti ma i grossi partiti: le indagini demoscopiche dicono il 30% degli italiani
grazie
nv
 
Grazie Nico.
Sei sulla home page di www.nogod.it
Giulio
 
Infatti, non solo la sinistra, ma anche la destra appare imbarazzata.
Strano. Anzi, naturale
 
Prendo atto che abbiamo una amministrazione pubblica che è diventata un CASTA piena di privilegi e spesso anche ignorante.
E' inutile continuare ad elencare l'infinita serie di porcherie e privilegi di lor signori se poi non si vuole capire come si è arrivati ad una tale situazione. E non bisogna essere sociologi o superdotati per capirlo. Su questo tema Vi pongo alcune domande:
A) chi sono quelle persone che per tanti anni hanno predicato la superiorità morale del sistema pubblico e demonizzato il privato? (il privato ha le regole della concorrenza mentre il pubblico di solito opera in regime di monopolio)
B) chi sono quelle persone che diversi anni fa scendevano in piazza e combattevano contro una scuola selettiva, pretendendo il 6 politico per tutti (anche per gli asini)?
C) chi sono quelle persone che hanno sostenuto per tanti anni la depenalizzazione dei reati (a partire da Beccaria)?
D) chi sono quelle persone che hanno sempre difeso a spada tratta le categorie (soci tesserati) e non i veri lavoratori, premiando così i nullafacenti ?
E) chi sono quelle persone che in nome dell'uguaglianza sociale hanno tolto ogni convenienza a lavorare meglio (e di più), e perchè si è voluto un sistema che anzichè premiare efficienza, merito e rischio di impresa ha premiato furbi, amici e politici (in cambio di voti)?
Ciao
Marco (Milano)
 
A Marco Bonioli. Caro amico, la risposta alle sue domande è: la Sinistra.
Ma che c'entra? Davvero, in Italia è difficile discutere, perché si ha la tendenza ad andare fuori tema.
Lei parla di idee, di visioni della società. Magari!
Ma qui il tema è un altro: i politicanti, i professionisti della politica, gli amministratori locali, sia di Sinistra sia di Destra, che abbiano idee giuste o no, che siano o no per una scuola selettiva come dice lei, ignoranti o colti, scemi o Einstein ecc., i quali una volta al Potere si comportano male, facendo i propri interessi e ignorando i cittadini (che spesso sono peggio di loro...).
Lei non vuol prendere ad esempio Prodi e Berlusconi? Bene, prenda Cuffaro e Bassolino.
Le sembrano due ideologi, due teorici dei 5 punti che dice lei? No. Neanche prendono posizione. Gli interessa il Potere.
La afferra, insomma, la grande differenza?
E' un costume, un'abitudine, una educazione al Potere (prepotenza), al privilegio, all'intrallazzo e all'imbroglio, radicata da secoli nella società italiana, e aggravatasi negli ultimi decenni
Altro che Destra-Sinistra.
Si è mai chiesto come mai soprattutto gli ex sudditi del Regno delle Due Sicilie, ovvero meridionali, siciliani, sardi, sono attratti dalla - chiamiamola così - "politica"? E nel resto d'Italia, specialmente i provinciali delle zone meno ricche?
Solo il liberalismo, e in prtatica i liberali, i repubblicani e i radicali, hanno posto il problema in tempi recenti.
Ma per porlo, se lo metta in testa, bisogna andare contro tutti, contro i nostri amici e parenti (anche loro inquinati), andare controcorrente, essere impopolari. Altro che il tifo da stadio Destra-Sinistra.
Anzi, la attuale Destra, è quella che meno vuol sentir parlare di una questione etica, morale, ritenendola - pensi un po' - un espediente della Sinistra.
cari saluti
nico valerio
 
Non confondiamo le cause con gli effetti.
Per prima cosa, da ingegnere, i problemi si risolvono trasformando le equazioni complesse in tante piccole equazioni semplici.
Quindi direi che ogni equazione semplice è una condizione NECESSARIA ma NON SUFFICIENTE.
La sinista (da sempre illiberale e statalista) è come un minimo comune multiplo alle tante magagne. Una concausa sempre presente. Però io parlo contro la sinistra perchè è la sinistra ad ergersi come unica proprietaria della verità e della democrazia. Ma non è vero. La destra pecca ugualmente di eccessivo statalismo ma non si presenta pretendendo una propria superiorità morale come fa la sinistra benpensante e dei salotti che contano (odiosa e con la panza ben piena). I veri ricchi sono tutti di sinistra non dimentichiamolo.
Molti di quelli che predicano (e ci guadagnano sopra facendo tanti BLA-BLA) magari fino a ieri erano tra quelli che hanno prodotto lo sfascio. Chi ha scritto LA CASTA era fino a ieri un bel "comunista". Perchè il sig. STELLA se ne accorge solo ora dei danni che la sinistra e lo statalismo ha prodotto? Il suo libro non lo compro. Per sapere quello che vedo tutti i giorni e per leggere quello che dicevo molti anni fa?
Se, per esempio, si facesse il Federalismo fiscale i Cuffaro e i Bassolino non potrebbero fare quello che oggi fanno con i soldi dello Stato, perchè lo dovrebbero fare con le tasse raccolte solo nella loro Regione. Ora invece sono difesi dalle solite balle della difesa della politica del sociale che deve fare lo Stato. Uno Stato che deve fare tutto, di tutto e di più, al contrario di quanto sostengono i liberali che concedono allo Stato solo il minimo richiesto (garanzia della sicurezza e della legalità). I francesi hanno aggiunto anche la difesa dell'identità. Io non sono contrario che a Napoli si difenda la napoletanità e che i rifiuti li facciano pure sparire secondo le loro abitudini ma poi non si devono lamentare che voglioni il diritto alla salute alla lombarda .
I costumi e le abitudini non sono genetici e si modificano in funzione dell'ambiente. Un tedesco in Italia si adegua presto e così anche un italiano in Germania o in Svizzera di adegua immediatamente dopo la prima multa.
Desta e sinistra sono termini superati. Concordo. Ma i comunisti purtroppo per definizione esistono ancora visto che in parlamento abbiamo ancora ben due partiti che ne vanno fieri.
Vi leggo con piacere ma siete troppo prolissi e si corre il rischio di perdere di vista il contenuto più significativo (diluito appunto nel lungo bla-bla).
Cordiali saluti
Marco
 
A Marco Bonioli. Sono abbastanza d'accordo su tutto (normale, essendo entrambi iberali:
dissentiamo solo sui particolari e sui perché e come).
Certo io non difendo la sinistra
e non mi sposto dal liberalismo.
E' vero che la Destra non vanta
superiorità morale, ma sant'iddio,
è stata al Governo 5 anni con una maggioranza quasi bulgara, e ha sprecato l'occasione del secolo.
Perciò è poco credibile quando "ora" se la prende con la Sinistra, che ha pure una maggioranza risicata, perché non fa quelle riforme che la Destra non ha "voluto" fare. Se questa è una politica onesta e cristallina, non so.
Se la Sinistra ha i comunisti e i verdi, la Destra non sta messa meglio: ha post-fascisti, localisti, ultra-conservatori
e clericali che hanno bloccato ogni riforma, dalle liberalizzazioni delle professioni
alla fecondazione medica (volontaria, si badi, non obbligatoria). Mai la DC in passato
era stata così conservatrice e reazionaria. Altro che liberali. "Liberale" non è un aggettivo propagandistico, ma vuol dire "fare" cose ben precise. Che la Destra ha accuratamente
evitato di fare.
E poi qual'è il programma della Destra? In che cosa, nei particolari (liberalizzazioni, riforme, mercato, scuola, libertà di ricerca scientifica, pensioni, laicità dello Stato, ecc) si differenzia? Silenzio. Parla male della Sinistra, ecco tutto.
Ma programmi concreti, niente.
Proprio come faceva l'opposizione di Sinistra ai tempi di Berlusconi.
Così entrambe non si scoprono e non attivano l'ira delle proprie categorie privilegiate: a Destra
tassisti, professionisti, commercianti, autonomi, manager, piccoli imprenditori ecc.;
a Sinistra impiegati statali e privati, pensionati, studenti e qualche grosso finanziere...
Appoggi che entrambi perderebbero sicuramente se facessero cose davvero liberali, perché
non solo la Sinistra ma anche la base della Destra non vuole il vero mercato e la concorrenza...
Entrambe hanno i partiti "palla al piede" (mica uno, ben 3 a testa: AN, Cdu, Lega a Destra, Rifondazione, Comunisti e Verdi a Sinistra).
Questa è la dura realtà: 2 coalizioni raccogliticce, unite solo per il Potere, conservatrici,
se non reazionarie. E tutti si dicono liberali... E' questo il vero scandalo: la truffa ideologica e nominalistica. Trattano il popolo italiano da scemo, che cioè non sa che cosa vuol dire "liberale"...

Sulla "prolissità" del sito non sono d'accordo.
Anche io sono contro la prolissità, cioè "dire con molte parole ciò che si potrebbe dire con poche". Ma in questo caso si tratta invece di lunghezza, perché non è inutile: è che proprio si toccano tanti concetti. La lunghezza degli articoli dei nostri siti è analoga a quella degli articoli di giornale.
Ci si indirizza a coloro che amano leggere e che hanno tempo. E si è scelto di scrivere bene, in un buon italiano, a differenza di quasi tutti, che scrivono male e che hanno idee confuse (spesso una cosa è conseguenza dell'altra).
Il che vuole spazio. Lo scrivere in modo schematico e brutale va bene per una chat o un blog popolare (o anche per pensieri elemenatri e rozzi), ma non per dei COMMENTI, tanto più in una realtà complessa. E vogliamo anche educare al buon italiano (gli Italiani, specie a Destra, scrivono male).
Il tutto aggravato dalla fretta. Se avessimo più tempo e se molti inviassero un contributo o abbonamento, potremmo permetterci
senza sentirci dei perditempo di impiegare delle ore per sintetizzare, stringere o meglio suddividere gli articoli che "affastellano tanti argomenti" in vari articoli brevi.
Ma gratis non lo possiamo fare. E' già tanto se i blog ci sono.
 
Caro Marco, caro Nico,
una bella e nobile polemica la vostra (magari se ne vedessero cosi' appassionate in Parlamento!).
Avete tutti e due molte ragioni da vendere, anche se, alla fine, tenderei ad assegnare la vittoria largamente ai punti all'ing. Marco Bonioli (e non solo per motivi di ... vicinanza scientifica). Sintetizzo.
1) E' ben vero che nè il CD nè il CS hanno compiuto autentici progressi verso il liberalismo, ma vi e' una differenza fondamentale. Il CD non ha mantenuto le promesse elettorali per effettivi freni all'azione di Governo da parte dei catto-integralisti (UDC) e dei post-fascisti, oltre che, naturalmente per i SEMPITERNI DIFETTI DELLA SOCIETA' ITALIANA, frutto di una plurisecolare attitudine al servilismo ed alla mancanza di senso dello Stato (l'Italia e' Nazione da solo 150 anni, a differenza, ad esempio, della Francia e della Spagna). I numerosi errori del Governo Berlusconi sono stati quindi dovuti a CONDIZIONI AL CONTORNO (come diciamo noi scienziati) CON CUI, PURTROPPO, QUALUNQUE GOVERNO DEVE FARE I CONTI. Il CS, essendo per buona parte composto da ex-comunisti, post-comunisti, ex frontisti, marxisti-leninisti, catto-comunisti e finti verdi e' ISTITUZIONALMENTE CONTRO UNA SOCIETA' LIBERALE. L'ideologia che cova ancora sotto la cenere è quindi sostanzialmente ispirata a precetti, sconfitti dalla Storia e che, tuttavia, trovano ancora ampio consenso quali, ugualitarismo sociale, difesa senza eccezioni di alcune ben definite corporazioni (Grande Finanza, come Lenin insegnava..., sindacati, cooperative, banche rosse ecc..)
Il sostanziale disprezzo verso una Societa' fondata su di una meritocrazia di stampo anglosassone e' quindi frutto non di un VINCOLO DI AMBIENTE (come nel CD) ma e' IL FINE PERSEGUITO CON COERENZA E LUCIDITA' SECONDO I DETTAMI DI UN'IDEOLOGIA ANCORA VIVA E VEGETA, MALGRADO LA SENTENZA DEFINITIVA DELLA STORIA.

2) La politica estera del CS e' ispirata al terzomondismo piu' becero e sfrenato. Anche se opportunamente camuffato nella componente meno estremistica, l'odio anti-USA e anti-Israele e' PARTE INTEGRANTE DEL CS. La sostanziale "vicinanza storica" a regimi quali quello di Fidel Castro, Chavez ecc.. si sposa oggi con posizioni che NON SONO NEMMENO EQUIDISTANTI IN M.O. (basta riflettere sulle modalita' della missione in Libano o sulla solidarieta' a movimenti quali gli Hezbollah e Hamas).
Il CD (almeno su questo!) e' schierato dalla parte dell'Occidente.

3) Quanto poi ai Dico. Anche ammesso che vengano approvati (ma non lo saranno, a causa di Mastella e alcuni Margheritini), vi sembra che questo basti a controbilanciare quanto ribadito in 1) ed in 2).

4) La delusione di Nico Valerio nei confronti del CD e' pienamente comprensibile, anche per l' "eccessivo odore di sacrestia", che si percepisce, come gia' ho avuto modo in passato di sottolineare, nel CD. Ma, cari amici, mi sembra a questo punto evidente che fra un'infezione, magari cronica...... ed un tumore la scelta sia ovvia
Un caro saluto a tutti e due
Il professore
 
Sì ma poi di Capezzò col PLI si è poi saputo qualcosa??
 
Scusate, intervengo per la prima volta.

Sono d'accordo che la sinistra italiana non sia liberale, anche se (per esperienza personale) credo che vi sia una grossa differenza fra sinistra radicale e sinistra riformista. Una differenza di impostazione: l'una massimalista, l'altra più pluralista. Con tutto il rispetto per il Professore, non credo che la sinistra riformista possa essere definita "istitituzionalmente contro la società liberale".

Non ho sentito commenti su Forza Italia, parlando di problemi della vita politica italiana, e questo - se mi permettete - mi dispiace. Io credo che il problema della destra italiana sia proprio FI.
Si spaccia per partito liberale, e di liberale nulla ha concluso (né economicamente, né politicamente). È nata negli studi di Publitalia, non ha mai celebrato un congresso degno di questo nome, ha diffuso (o comunque sostenuto) un diffuso sentimento di disprezzo delle Istituzioni, ha agito (non è stata l'unica, ma non è una scusa) per interessi personali di "qualcuno in alto" (e gli esempi non mancano). E ancora: depenalizzazione del falso in bilancio, non risoluzione del conflitto d'interessi, umiliazione dell'Italia a livello internazionale, incitamento allo sciopero fiscale, euroscetticismo, nessuna apertura nella politiche sulla famiglia, scarsissima attenzione all'ambiente (e dunque allo sviluppo sostenibile: vero tema dei prossimi anni), probabile collusione ad alto livello con la mafia, logica del "tanto peggio tanto meglio", disprezzo per la Resistenza (dove hanno combattuto anche liberali, repubblicani e azionisti, come ricorderete).
Se queste sono politiche liberali... meglio i clericali dell'UDC!
Scherzo, ma non più di tanto...

Detto questo, non so se sia meglio la destra o la sinistra. Certamente, e questa è una valutazione personale, oltre che a poitiche liberali manca un forte senso delle istituzioni. E mi sembra addirittura un problema più a monte degli altri.
 
Andrea, scusa il ritardo: credevo che il dibattito si fosse concluso.
Sono d'accordo con te: chi come FI, AN, Lega ecc non si comporta in casa propria da liberale non può dare lezioni agli altri. E non dimentico che Tremonti è sempre stato un tecnico di ministri socialisti (certo, ormai liberal-socialisti, per fortuna), è un colbertista e si è scagliato più volte contro il "mercatismo".
Questa storia degli ex-socialisti è un problema. Anche il giornale L'Opinione, che si spaccia per liberale, è diretto da vari esponenti dell'ala socialista di FI, da Pillitteri cognato di Craxi in giù. Capito? Non l'ala liberale... che non viene proprio considerata né in FI né all'Opinione.
E non parliamo dei mille divieti
(in galera per uno spinello, impedimenti alla fecondazione medica ecc), e dei soldi dati agli statali... senza valutazioni di merito.
5 anni al Governo con maggioranza bulgara senza una sola riforma.
Tranne la Biagi (ma B. era di sinistra...)
Questi sono i fatti. Eloquenti più di mille parole propagandistiche adatte tutt'al più per casalinghe disinformate e pensionati di provincia.
 
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