28 marzo, 2011
Patriottismo. Destra e Sinistra, due facce della stessa medaglia: un'Italia ambigua e inaffidabile.
"Fino all' altro ieri, chi parlava di Patria, per non dire di Nazione, esponeva il tricolore, cantava l' Inno di Mameli, esaltava il Risorgimento - cui si contrapponeva l' interpretazione (sbagliata) di Gramsci come rivoluzione agraria (sociale) mancata - era tacciato, dalla sinistra, di fascismo. Da quando la Lega ha manifestato l' intenzione di disertare le celebrazioni per i 150 anni dell' Unità, la sinistra è patriottica. Accusa chi non li festeggia di tradimento della Patria e di ignorare la Nazione italiana (contrapposta alla Padania), si fascia nel tricolore, canta Mameli, rinnega Gramsci e elogia Cavour, quello liberale della biografia di Rosario Romeo, uno dei capolavori della storiografia italiana del Novecento; che si dice Laterza non ristampi - attendo smentite dall' editore di Croce! - per subalternità culturale alla sinistra. Quando le truppe americane ponevano fine al regime di Saddam Hussein - non meno sanguinario di quello di Gheddafi - dai balconi di mezza Italia pendevano le "bandiere della pace"; di disapprovazione, da sinistra, dell' attacco all' Iraq. Oggi che gli aerei di una parte della coalizione internazionale - legittimata da una ambigua risoluzione del Consiglio di sicurezza dell' Onu, come furono quelle per l' Iraq - bombardano le truppe del "tiranno" non c' è una sola bandiera della pace sui balconi italiani. L' attacco alla Libia è legittimo, perché voluto dall' Onu ancorché, più che dalle Nazioni Unite, dalla Francia - e giusto perché imbarazza Berlusconi, già tentennante da par suo, ricordandogli la sua "amicizia" con Gheddafi. Neppure sull' altro fronte, quello della destra, pare che la coerenza sia di casa. Quella stessa destra che, fino all' altro ieri, si commuoveva alla parola Patria, esponeva il tricolore anche quando non era festa nazionale, cantava l' Inno di Mameli anche davanti al televisore per le partite della nazionale, ha messo la sordina alle celebrazioni dei 150 anni dell' Unità per non spiacere alla Lega e non perdere voti fra i nostalgici dei Borboni e fra i cattolici ancora legati al non expedit pontificio dopo Porta Pia. Oggi, che si prospetta un possibile collasso del regime di Gheddafi, sempre la destra non nasconde la sua contrarietà di fronte all' attacco, in nome della "stabilità" della Libia, delle sue forniture di petrolio e del contenimento della sua emigrazione verso l' Italia, garantiti dal Colonnello. Ma l' altro ieri aveva plaudito all' attacco al "tiranno" iracheno, non preoccupandosi degli eventuali effetti, per la stabilità della regione e la sicurezza di Israele, della caduta del regime di Saddam ritenuto, fino a quel momento, un bastione nei confronti dell' Iran fondamentalista e integralista e delle sue ambizioni strategiche. Che dire, se non che sinistra e destra sono le due facce della stessa medaglia, dell' Italia inaffidabile e cialtrona, persino incapace di sapere quale sia il suo interesse nazionale? L' ultima volta che, da noi, si è avuta una politica estera è stato col Piemonte cavouriano". PIERO OSTELLINO
Sì, anche il criticone ogni tanto si placa: non volevo sparare sulla Croce Rossa. Ma visto che lei mi provoca, le rivelo che quella "botte" che nel mio testo "dà il vino che ha" comprende, ahimé, sia il rosé del Corriere, sia il lambrusco di Ostellino. O. è stato anche direttore del giornale, oltreché redattore e opinionista di punta. Scriva il suo cognome nella finestrina di ricerca in alto a sinistra (pagina iniziale del blog) e leggerà tra gli altri articoli che lo citano anche uno di critica. Mi spiace, Anonimo, se l'è voluto.
(Dal momento che anch'io attendo con trepidazione la ripubblicazione, sperabilmente a un prezzo abbordabile, di Cavour e il suo tempo mi accodo alla richiesta di chiarimenti a Laterza. Certo, l'idea che la sinistra di oggi voglia censurare il monumento di Romeo suona un po' surreale, ma chissà).
Su Cavour, dici anche tu che un uomo che alla vigilia della nomina a ministro liquidò gli affari (niente affatto trascurabili) in cui era stato impegnato fino a quel momento, con l'eccezione di Leri (oggi in condizioni vergognose, detto en passant), per evitare conflitti di interesse (senza neanche una legge che lo obbligasse, chi l'avrebbe detto) può risultare un po' indigesto all'attuale destra? In effetti sì, pare abbastanza plausibile.
Grazie per aver ricordato che già Cavour (che precursore!) aveva risolto il conflitto di interessi.
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