24 settembre, 2014

 

Altri 1000 miliardi per bombe atomiche, vuole il presidente Obama, premio Nobel per la pace.

di ROBERTO VACCA

Missile nucleare USA (Reuters) Gli Stati Uniti decidono di investire in nuove, moderne armi nucleari 355 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni. Nei prossimi 30 anni salirebbero a 1000 miliardi di dollari. La notizia è apparsa sul NY Times on line del 21 settembre scorso. In Italia non è stata ripresa da giornali, né emittenti tv. Taluno ha proposto che si revochi a Obama il Nobel per la Pace conferitogli nel 2009, solo perché sta armando con armi convenzionali e appoggiando curdi e iracheni contro l’ISIS. Questa decisione di rimodernare l’arsenale nucleare USA è motivo molto più forte per revocargli il premio. L’avevo già proposto nel maggio 2013 nel mio articolo che riporto più oltre. 

Di questi 1000 miliardi si parlava già nel gennaio 2014. Sarebbero stati ripartiti fra le componenti della triade: missili balistici intercontinentali, sottomarini nucleari e bombardieri nucleari. J. Wolfstahl e J. Lewis del “James Martin Center for Non-proliferation Studies” di Monterey, California, avevano commentato che il bilancio federale USA non era in grado di tirare fuori queste enormi somme.

Si può arguire che la decisione americana sia una risposta alle minacce di usare armi atomiche per risolvere la crisi in Ucraina, che Putin fece con leggerezza un mese fa. È una reazione nettamente eccessiva rispetto alle minacce militari che potrebbero essere rivolte contro gli USA. Prevede, infatti, di sostituire con versioni più moderne, precise ed efficaci 12 sottomarini nucleari, 100 bombardieri nucleari e 400 silos di lancio di ICBM.

Il Presidente USA nella campagna per il suo primo mandato aveva dichiarato che il suo obiettivo era un mondo senza armi nucleari. Con il piano attuale dimostra di aver rinunciato del tutto a quel sogno. Più tardi aveva precisato che ci sarebbero voluti molti decenni per un disarmo totale. Il piano attuale implica che per i prossimi tre decenni gli Stati Uniti non muoveranno nemmeno un passo per quella lunga strada.

Il testo pubblicato dal NY Times descrive anche il nuovo stabilimento per la produzione di armi nucleari a Kansas City. Fornisce dettagli irrilevanti: “ospita 2.700 lavoratori, come la fabbrica vecchia che sostituisce, ma consuma metà dell’energia, con un risparmio di 150 milioni di dollari/anno. Ha una caffetteria e una palestra moderne ed efficienti. Si chiama National Security Campus che sembra il nome di un college e non di una fabbrica di armi letali.”

Non vengono fornite informazioni sulla sicurezza delle armi prodotte. Come notavo nel dicembre 2013, dal 1950 al 2003 in USA ci sono state 121 “frecce spezzate”: gravi incidenti coinvolgenti bombe nucleari. Dal 2003 nessuna notizia di altri incidenti. Oltre 2 all’anno per 53 anni e poi nessuno per 10 anni? C’è da temere che la censura blocchi informazioni che, se fossero note, proverebbero che il rischio sia maggiore di quanto sostenuto.

È segno di degrado culturale grave che si discuta a lungo su rischi minori e non si menzioni nemmeno quello estremo, delle bombe atomiche.

ROBERTO VACCA

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STATI UNITI. IL RISCHIO DELLE ARMI NUCLEARI E’ AGGRAVATO

di Roberto Vacca, 27 maggio 2013

Nel novembre 2009 Obama fu premiato con il Nobel per la pace “per la sua visione e il suo lavoro verso un mondo senza armi nucleari”. Però gli arsenali nucleari contengono ancora 5 miliardi di tonnellate equivalenti di alto esplosivo [700 kg per ogni essere umano]. È un potenziale oltre centomila volte maggiore di quello delle due bombe di Hiroshima e Nagasaki che nel 1945 uccisero circa 300.000 giapponesi.[300.000 moltiplicato 100.000 fa 30 miliardi – al mondo siamo in 7 miliardi]. Non si è fatto un passo verso un mondo senza armi nucleari. E ora Obama aggrava i rischi invece di ridurli.

L’editoriale del New York Times del 27/5/2013 informa che il Presidente USA ha stanziato 537 milioni di dollari per il 2014 per ammodernare 180 testate nucleari tattiche B61 (*). Sono dispiegate in Belgio, Germania, Italia, Olanda e Turchia. Alcuni esperti sostengono che quei 537 milioni non bastano. Realisticamente si spenderanno 10 miliardi di dollari. Non miglioreranno solo l’efficacia dei quelle 180 bombe: ne aumenteranno il numero a 400.

Quei fondi sono disponibili perché nel 2010 gli USA hanno stanziato 80 miliardi di dollari per ricerche su armi nucleari. La decisione venne forzata dal Partito Repubblicano come contropartita per approvare il trattato New Start con la Russia, mirato proprio a ridurre gli arsenali nucleari: l’incoerenza è palese.

Il governo americano ha deciso anche di ridurre del 15% gli stanziamenti mirati a proteggere le armi nucleari da tentativi di impossessarsene da parte di terroristi. Quest’altra misura rende ancora più imminente un rischio gravissimo – l’entità del quale è segreta e, forse, nemmeno valutabile.

Il 19 Giugno alla Porta di Brandeburgo (Berlino) il Presidente Osama ha proposto di ridurre a meno di un terzo il numero di armi nucleari americane e russe. Ha detto: “Sia Stati uniti che Russia dovrebbero ridurre i loro arsenali a circa mille testate nucleari ciascuno.” Dopo 4 anni non parla più affatto di un mondo SENZA armi nucleari.

Sembra che quel Nobel per la Pace del 2009 sia stato conferito con leggerezza. Però un premio Nobel una volta dato non può essere tolto, anche se appare assai poco meritato, come è il caso di altri Nobel per la pace e, almeno in un caso per la medicina. Sembra altamente opportuno che l’Accademia delle Scienze di Stoccolma e il Comitato Nobel Norvegese a Oslo rivedano i loro statuti e regolamenti.

Taluno considera l’aggettivo “nucleare” sinonimo di “rischio tremendo”. Non è giusto: l’ingegneria dei rischi si è sviluppata in gran parte proprio nel corso dei progetti di centrali elettronucleari. Questo non significa che le centrali nucleari per la produzione di energia non presentano alcun rischio. Significa che i rischi potrebbero essere annullati se fossero perfetti: i progetti, la gestione e la manutenzione di quegli impianti. Non lo sono sempre

ROBERTO VACCA

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(*) Una bomba B61 pesa 300 kg ed è lunga 3 metri. Ha una potenza distruttiva compresa fra 300 e 340.000 tonnellate equivalenti di alto esplosivo. Può essere lanciata con un missile o sganciata da un aereo (F16, Tornado, B2 Stealth).

I due incidenti più gravi di centrali nucleari avvennero a causa di gravi errori di progetto o di incompetenza dei tecnici addetti all’esercizio. La catastrofe di. Chernobyl fu causata da ingegneri elettrotecnici che in assenza di esperti nucleari tentarono un esperimento temerario e assurdo. Il disastro di Fukushima è avvenuto perché la centrale era sorta in zona sismica, soggetta notoriamente, più di una volta ogni secolo, a tsunami di decine di metri ed era stata protetta da un muro di soli 8 metri.

Il numero delle vittime di questi 2 incidenti fu di circa 30.000: un decimo di quello dei morti a Hiroshima e Nagasaki. Le cifre non sono note con precisione perché gli effetti delle radiazioni possono essere letali a notevole distanza di tempo.

Le conclusioni sono ovvie, ma non hanno ispirato azioni adeguate. Le armi atomiche vanno smantellate tutte. Anche se un conflitto si scatenasse per errore, potrebbe estendersi al pianeta e segnare la fine della nostra civiltà.

La diffusione delle centrali nucleari dovrebbe essere condizionata alla realizzazione di progetti molto più sicuri. Intanto oltre alle 435 centrali esistenti, se ne stanno costruendo 60 nuove (31 in Cina, 7 in Russia, 6 in India, 5 in USA e altre).

I favorevoli all’energia nucleare considerano che gli eventuali incidenti futuri siano accettabili perché non sono stati molto più gravi di quelli di Bhopal (15.000 morti - 1984) e del Vajont (2000 morti - 1963).

Infine, nessuno propone di proibire le automobili, sebbene gli incidenti stradali nel mondo dal 1945 a oggi abbiano causato più di 25 milioni di morti.

AGGIORNATO IL 24 SETTEMBRE 2014


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